Il direttore sportivo del Borussia Moenchengladbach ha deciso di lasciare l'incarico e di distaccarsi dal mondo del calcio. E la sua scelta ha colpito molti, portando società e calciatori tedeschi a commentare quanto accaduto

Inquietudine, malessere, risultati insoddisfacenti. Max Eberl, da 14 anni direttore sportivo del Borussia Moenchengladbach, ha deciso di lasciare l'incarico e di farlo nel bel mezzo del mercato. Di più: ha deciso di lasciare il calcio, di staccarsi. Non si sa per quanto, ma aveva bisogno di una pausa. Stava infatti andando incontro a una crisi di nervi. A spiegarlo, scoppiando in lacrime, è stato proprio Eberl in conferenza stampa. "Sono stanco, svuotato. Non c'è tensione, non c'è rabbia, non ci sono problemi fra me e il club. Ma sono stanco. Devo dire basta, devo farlo per me stesso, devo stare attento alla mia salute. Ho sempre dato tutto per questo club, prima da calciatore e poi da dirigente, l'ho trattato come fosse mio figlio, ma non ho più le forze. Voglio uscire dal calcio, voglio vedere il mondo, voglio stare sereno".

LA SITUAZIONE

—  

Eberl è diventato direttore sportivo del Gladbach quando il club galleggiava fra prima e seconda divisione nazionale (nel 2011 arrivò la salvezza allo spareggio con il Bochum). Da lì però il Borussia è cresciuto, puntando su giovani che sono maturati rendendo grande il club. Marco Reus (preso per solo un milione), Granit Xhaka, Thorgan Hazard sono solo alcune delle grandi intuizioni di mercato di Eberl. Giocatori individuati e presi giovanissimi e rivenduti permettendo al club (non particolarmente ricco) di crescere anche economicamente, oltre che tecnicamente: negli ultimi 7 anni i Fohlen sono arrivati per 3 volte in Champions League (nel 2015 pareggiarono due partite su due con la Juve, l'anno scorso hanno superato il girone con Real, Inter e Shakthar), tornando a essere, come decenni fa, una delle realtà più importanti del calcio tedesco. Merito di Eberl appunto.

Ultimamente però la squadra non rende. Il Gladbach si ritrova improvvisamente impegnato nella lotta salvezza, con molti giocatori importanti, che prima descrivevano il club come un'isola felice, non si è arrivati a un accordo per il rinnovo. Via Zakaria (alla Juve), via Ginter (a zero a fine stagione). Quei colpi con i quali Eberl ha reso grande il club non rendono più: né tecnicamente né economicamente. Ne è esempio lampante Zakaria, arrivato nel 2017, ad appena 20 anni, che la società non ha venduto nelle due precedenti estati proprio perché convinta di poter strappare il rinnovo o di riuscire a venderlo a non meno di 30 milioni.

Eberl aveva perso la percezione della situazione, non riusciva più a vendere i giocatori al momento giusto (vedi Thuram...) e a inserire in squadra nuovi giovani di livello. Di conseguenza la squadra si è appiattita, a causa del calo del rendimento di alcuni calciatori, arrivati a fine ciclo e demotivati, e la mancanza di cambio generazionale. Eberl (che nel 2017 rifiutò il Bayern) però ha capito che a calare era stato soprattutto lui. Troppo stress, troppe responsabilità, troppa tensione. Per troppo tempo. Alla squadra serve quell'elettricità che lui non riesce più a trasmettere, a lui serve una pausa. L'addio è la soluzione migliore per tutti.

REAZIONI

—  

In Germania la decisione di Eberl di lasciare l'incarico di ds ha colpito molti, portando società e calciatori tedeschi a commentare quanto accaduto. Il Bayern ha twittato "massimo rispetto", Kroos sui propri social ha scritto "Chapeau Max Eberl. Un grande manager e una bella persona, con due grandissimi attributi", mentre secondo Gundogan Eberl merita "tutto il mio rispetto per questa decisione che sicuramente non è stata facile". Non lo è stata, ma Eberl era ormai in preda di inquietudine e malessere, e questo aveva ripercussioni sui risultati del Gladbach, negli ultimi mesi del tutto insoddisfacenti.

Adblock test (Why?)