di Domenico Carella Novantacinque anni. Novantacinque candeline. Tante sono quelle che spegnerà domani lo stadio Pino Zaccheria di Foggia. Tanti sono gli anni trascorsi da quel 22 novembre 1925, data del derby contro l’Ideale Bari, gara inaugurale dell’impianto. E domani, coincidenza piacevole, sarà un altro derby a celebrare la ricorrenza, quello contro la Virtus Francavilla. Uno storicamente (e numericamente) “minore” rispetto ai numerosi giocati contro Bari e Lecce, ma pur sempre un derby.

La costruzione

La tribuna in legno
L’allora campo sportivo di via Ascoli (il nome Zaccheria arriverà molto più tardi), costruito in zona “Borgo Serpente”, vide la sua nascita burocratica il 5 giugno 1926 (data dell’acquisto del terreno da parte dei foggiani Rotundi, De Vita, Fini, Sarti, Scardi, Del Prete e Giuliani). I lavori iniziarono in tempo strettissimo e nel breve volgere di pochi mesi la città accolse a braccia aperte il suo nuovo campo sportivo, che andava a sostituire il vecchio “Pila e Croce”, semplice area di prato verde posto nella zona dell’IRIP.

Uno stadio “spartano”

La prima tribuna in muratura dello Zaccheria
Cosa trovarono i primi tifosi nel nuovo impianto? Un rettangolo di gioco (in terra battuta), il muro di cinta, una retina di delimitazione del campo, una pista di atletica e una tribuna in legno messa su in tutta fretta. Niente più. Questo era il primissimo stadio Zaccheria che si apprestava in tempi brevi ad inaugurare anche una tribuna in cemento armato. E per la gara d’esordio i lavori non erano neanche del tutto terminati al punto che i tifosi furono costretti ad entrare dal lato che guardava verso il Tiro a Segno Nazionale (lì dove si affrontavano amatorialmente  le squadre rionali di Foggia ad inizio novecento). Alcune foto raccontano quei momenti, con la gente frenetica nell’affollarsi lungo la retina che circonda il campo, smaniosa di vedere da vicino il fenomeno-calcio che già faceva impazzire i foggiani.

L’inaugurazione

Peppino Comei
I nostri bisnonni assistettero a quello storico Sporting Club Foggia- Ideale Bari, concluso con il risultato di 0-0 forse inconsapevoli di trovarsi ad essere parte di un evento storico. Si godettero semplicemente una partita della squadra della loro città. Anzi, della nostra città. Era il Foggia dei fratelli Sarti (Renato in porta e Sandrino in difesa), del roccioso Camero, dell’italo-argentino Della Valle e del funambolico Peppino Comei, “Il direttissimo del pallone”. Si giocava il girone pugliese di Prima Divisione Lega Sud, antenata della nostra Serie A, seppur divisa a macroaree (sud e Nord e a loro volta suddivise in gironi).
R. Sarti; Camero, A. Sarti; Pizzi, Garreta, Della Valle; Maldarella, Testa, Cevo, Sticco, Comei
La formazione dello Sporting Club Foggia all’esordio allo Zaccheria

Un amore infinito

Lo Zaccheria oggi
Altri tempi. Altri nomi. Altra storia. Una storia che ha raggiunto l’ambito traguardo del centenario e che negli anni, dopo il glorioso “Pila e Croce”, ha avuto un unico punto nevralgico attorno al quale ha convogliato sentimenti di speranza e attesa, immense gioie e profondi dolori sportivi, pagine di calcio indelebili di uomini immortali. Un posto che porta il nome di Pino Zaccheria ma che tutti, con sentimento di puro affetto, chiamano con il suo “nomignolo”. Buon compleanno “Zac”. Fonte di alcune delle foto: ArchivioAutunno