Soffiate alla stella del City oltre 175mila sterline. Prima di acciuffarlo il ladro si è dato da fare: feste sulla spiaggia, hotel di lusso, shopping nelle boutique più esclusive e puntate al casinò
Ci ha messo cinque settimane Riyad Mahrez per accorgersi che qualcuno gli stava fregando i soldi, usando una delle sue carte di credito per fare la bella vita a Ibiza e nel Regno Unito. Ad orchestrare la truffa – che risale al 2017, ai tempi in cui l'attuale stella del Manchester City giocava nel Leicester – è stato il 32enne Sharif Mohamed, un autista di carrelli elevatori che in poco più di un mese ha speso 175.830 sterline (poco più di 200.000 euro) di Mahrez fra feste sulla spiaggia, hotel di lusso, shopping nelle boutique più esclusive e puntate al casinò.
L'ACCADUTO
—"La cosa più sorprendente è che qualcuno possa sperperare 175.000 sterline su una carta di credito senza che colui che l'ha persa se ne renda nemmeno conto", ha commentato al Sun l'ex ispettore capo della polizia Mick Neville. Stando alla ricostruzione fatta durante il processo che si è svolto presso il tribunale di Snaresbrook (Greater London), tutto è iniziato con una telefonata: una persona ha infatti chiamato la banca Barclays fingendosi Mahrez, per ordinare una carta di credito a suo nome. Mohamed (su cui grava già una precedente pena sospesa per una truffa sulla prenotazione di un hotel e che nel 2009 si è fatto 45 mesi di galera per rapina) si è difeso sostenendo che stava agendo per conto di un membro della banca disonesto, ma non ha prodotto prove a sostegno di questa affermazione, mentre è invece emerso che lo stesso truffatore sarebbe andato apposta da Londra a Leicester a prelevare dei soldi da un bancomat per evitare di destare sospetti. Da quel momento sono poi iniziate le spese pazze fra Ibiza e il Regno Unito, di cui il campione algerino si è però accorto solo dopo cinque settimane, bloccando a quel punto la carta di credito. Davanti al giudice Laurie West-Knights Mohamed ha ammesso l'accusa di frode ed è stato rilasciato su cauzione, in attesa della sentenza prevista per il prossimo 25 febbraio.
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