Il presidente del club catalano in conferenza stampa per difendersi dalle accuse di aver pagato l'ex vicepresidente del comitato tecnico degli arbitri
Due ore di parole, mezz’ora da solo e poi per rispondere a 35 domande. Questo ha dedicato Joan Laporta per difendere pubblicamente sé stesso e il Barcellona dalle accuse di corruzione legate al "Caso Negreira", il pagamento di 7,3 milioni di euro in 18 anni in cambio di relazioni tecniche di vario tipo, e per attaccare frontalmente Javier Tebas, il presidente della Liga, e il Real Madrid del suo ex sodale Florentino Perez. Pienone all’Auditori del Camp Nou, con 110 giornalisti e 70 mezzi di comunicazione accreditati. Laporta ha negato a più riprese che il Barcellona abbia mai comprato un arbitro o che abbia cercato di alterare la competizione grazie all’influenza di Javier Enriquez Negreira, pagato profumatamente dal Barcellona quando era vicepresidente del Comitato Tecnico Arbitrale. Il presidente del Barça è sicuro che il club sarà assolto nel processo penale istituito dal tribunale di Barcellona
LA DIFESA
—“Partiamo dalla cifra: i 7,3 milioni di euro che abbiamo versato sembrano tanti, ma non lo sono se consideriamo che stiamo parlando di 18 anni. E che solo nel periodo 2014-2018 sono stati prodotti per il Barcellona 43 cd e 629 relazioni”. Prima di questo periodo non ci sono tracce di altre relazioni, e lo stesso Enriquez Negreira ha dichiarato di fronte al giudice che offriva solo consulenza verbale: “Non posso rispondere per lui, ma posso dire che dopo 5 anni quel tipo di materiale viene distrutto perché scade, perde di valore”. “E poi a fare le relazioni non era Javier Enriquez Negreira ma Javier Enriquez Romero, suo figlio. Una persona che aveva già lavorato in Federazione, che era stato con Luis Aragones al Fenerbahce, che lavorava anche per Valencia e Girona e altri club e che aveva la preparazione e la capacità per fare ciò di cui avevamo bisogno. Il padre non c’entrava nulla”. Però le società a cui fatturava il Barcellona erano intitolate al padre. Che era il vicepresidente del Comitato Tecnico Arbitrale. “Sì, ma è evidente, lo dice il regolamento, che Enriquez Negreira non poteva influire nella designazione degli arbitri e quindi condizionarne il comportamento. Il Barcellona non ha mai cercato di alterare la competizione. A livello di etica non ci ho trovato nulla di strano, perché lavoravamo con suo figlio ed era un servizio utile e necessario. Allora non avevamo una struttura di compliance, l’ho creata io nel 2007: oggi chiederei un parere a loro. Ma ricordo che è stato fatti tutto nella massima trasparenza, con fatture e bonifici. Se fosse stato qualcosa di illegale non avrebbe avuto senso comportarsi così”.
LO SVANTAGGIO
—Javier Enriquez Negreira ha dichiarato al giudice che era stato contattato dal Barça per cercare di ottenere almeno la neutralità degli arbitri, per correggere eventuali situazioni di svantaggio. “Sì, l’ha detto, ma se leggete bene le sue parole Enriquez Negreira poi specifica che questa è una sua idea, che nessuno, mai, da parte del club gli ha chiesto una cosa del genere. Dovrete chiedere a lui, ma dal Barça non ha ricevuto istruzioni di sorta”. “Non è un caso che questa polemica venga fuori quando siamo in testa alla Liga, ci stiamo riprendendo a livello sportivo e ci siamo salvati economicamente. E quando abbiamo detto di no all’accordo con Cvc proposto dalla Liga, che non ritenevamo benefico per noi e infatti abbiamo trovato soluzioni migliori. E quando abbiamo proposto un modello di competizione europeo alternativo. E quando abbiamo assegnato a un’impresa straniera i lavori per il Camp Nou. Vogliono destabilizzare il Barcellona, e non solo: vogliono distruggerne il nostro modello sportivo e sociale per toglierlo ai soci e assumerne il controllo”.
Superlega e Real
—“Non siamo nella società che propone un modello differente di competizione perché ci sono il Real Madrid e la Juventus. Ci siamo perché riteniamo che la Uefa operi in regime di monopolio e che sia necessario difendersi da quei club che hanno a disposizione fondi illimitati. Il caso Negreira non cambia la sostanza, la nostra posizione resta la stessa”. E col Real? "Le relazioni non sono rotte ma al momento sono gravemente compromesse. Io posso capire che Florentino Perez fosse sotto un’enorme pressione da parte della massa sociale madridista, ma non posso accettare il suo comportamento. Doveva aspettare, tenere duro. Sì, ne abbiamo parlato. E ritengo l’idea di costituirsi parte civile nel processo contro di noi un atto di cinismo senza precedenti. Il Madrid tanto storicamente come nell’attualità è stato favorito dalle decisioni arbitrali. È stato universalmente considerato come il club del regime per la sua vicinanza al potere economico e sportivo. Per 70 anni, ripeto, 70 anni, i responsabili del sistema arbitrale sono stati ex soci del Madrid, o ex giocatori del Madrid o ex dirigenti del Madrid. In alcuni casi tutte e tre le cose insieme”.
TEBAS IRRESPONSABILE
—“Il presidente Tebas non mi ha mai chiamato per chiedermi spiegazioni, e non l’hanno fatto nemmeno gli altri presidenti dei club della Liga. Mi è dispiaciuto. Il presidente Tebas sta mostrando irresponsabilità, poca prudenza, mancanza di professionalità e incontinenza verbale. Non fa alcun favore alla società che rappresenta perché col suo atteggiamento belligerante non fa che dare credito a ipotesi false, all’idea che il Barcellona abbia comprato gli arbitri, cosa che non è mai avvenuta. Altri presidenti, come Rubiales (Federazione), Franco (Csd) o Infantino (Fifa) hanno mostrato molta più prudenza: attendono il processo senza partecipare al linciaggio pubblico”.
IL FUTURO EUROPEO
—“Inizialmente la Uefa ha deciso di aderire alla campagna di linciaggio pubblico orchestrata dal presidente della Liga, poi però ha cambiato atteggiamento, assumendo una posizione di prudenza, com’è giusto che sia. Il Barça è stato giudicato da parte dell’opinione pubblica senza esser stato nemmeno processato. Siamo in uno Stato di Diritto, la presunzione d’innocenza è ancora uno dei principi basilari della democrazia. In tanti, a cominciare dal presidente della Liga, sembrano averlo dimenticato. Io sono sicuro che non saremo sanzionati dalla Uefa e che se ci qualificheremo parteciperemo alle coppe europee nella prossima stagione. Sarebbe una cosa senza precedenti. Il linciaggio pubblico è avvenuto prima del giudizio, ma noi siamo in contatto con la Uefa, stiamo dialogando nonostante la discrepanza su altri temi”.
Venti QUERELE
—“Abbiamo aperto un canale con i soci perché ci avvisino di eventuali comportamenti che danneggiano il club. Ci sono arrivate tante segnalazioni che il nostro ufficio legale sta analizzando. Abbiamo già fatto partire 20 querele per diffamazione, e penso che ce ne saranno altre. È in atto una vera e propria campagna di distruzione del club per potersene appropriare. Lotteremo per difendere il Barcellona col nostro sangue, fino all’ultima goccia”.
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