Sfida d'alta classifica tra due allenatori che si sono mandati tanti messaggi di stima reciproca

Dal nostro corrispondente Davide Chinellato

Il maestro e l’allievo. L’attuale tecnico dei campioni di tutto contro il favorito per succedergli, a dar retta alla stampa inglese. Manchester City-Brighton delle 16 italiane è soprattutto Pep Guardiola contro Roberto De Zerbi, due tecnici che si stimano e si studiano perché vedono il calcio allo stesso modo, perché lo spagnolo è "il miglior allenatore del mondo, punto di riferimento non solo per me ma per tutti gli altri" e perché l’italiano "ha dimostrato che non devi allenare un top club con giocatori eccezionali per giocare nel modo in cui vuoi".

In campo

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City e Brighton dovrebbero giocare entrambe con un 4-2-3-1 di partenza. Il recupero di Rodri (3 sconfitte su 3 senza di lui) è la notizia migliore per Guardiola, ma anche i minuti con l’Inghilterra di John Stones e Jack Grealish sono importanti. Con Kevin De Bruyne unico assente, Pep può finalmente scegliere, anche con in testa la trasferta di Champions con lo Young Boys. Ma vuole soprattutto tornare a vincere, visto che il City in Premier ha perso le ultime due partite, compreso lo scontro diretto con l’Arsenal. "Brutta notizia per noi, perché le grandi squadre non sono abituate alle sconfitte e vorranno rifarsi - dice De Zerbi -. Prepararsi per affrontare il City è la cosa più complicata, perché sanno giocare in tanti modi diversi". Anche Guardiola è convinto che sfidare il Brighton sia "il test più difficile che affronteremo quest’anno". Non tanto per gli avversari, anche se su Karou Mitoma, che ha appena rinnovato fino al 2027 coi gabbiani, Pep ci aveva fatto un pensierino, quanto per il livello a cui li fa giocare De Zerbi: «Viene dall’Italia, e il suo modo di giocare è una sorta di controcultura per quel paese. Eppure lui ha sempre fatto a modo suo: ha ottenuto risultati col Sassuolo e con lo Shakhtar e ora si sta ripetendo col Brighton, che sta trasformando in un grande club».

testa

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Guardiola e De Zerbi sono maestri anche per come lavorano sulla testa dei giocatori. Sono in grado di far cambiare loro il modo di vedere il calcio, di creare un sistema di fare le cose e di portarlo avanti. Pep l’ha portato al successo segnando un’epoca, Roberto a sentire Guardiola può fare lo stesso. "Pep è un boss e mi piacerebbe fare qualcosa di simile a quello che ha fatto lui - dice -: il calcio si ricorderà di lui non solo per le vittorie, ma per il modo in cui le ha ottenute che è unico". Tra i due c’è anche un rapporto di rispetto e amicizia: De Zerbi ricorda ancora le due visite che ha fatto allo spagnolo quando allenava il Bayern e i consigli che gli ha dato appena arrivato in Inghilterra, Pep ha ripetuto anche ieri quanto ammiri il modo di fare le cose dell’italiano, che prima dell’incrocio di maggio aveva definito «l’allenatore più influente dei prossimi 25 anni». In quell’occasione, dopo la partita, avrebbe detto ai giocatori del Brighton che De Zerbi aveva quello che serviva per diventare il prossimo allenatore del City.

Status

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Un’investitura in piena regola, da verificare nell’estate 2025, quando scadrà l’attuale contratto di Guardiola. Intanto i due oggi all’Etihad proveranno a superarsi, al timone di due delle squadre che giocano il miglior calcio della Premier. Guardiola nei suoi anni inglesi ha vinto e cambiato tutto: lo si vede non solo dal modo di giocare nella massima serie, con sempre più squadre che usano il difensore ibrido in aiuto al centrocampo, carta tattica vincente della passata stagione, ma anche nelle categorie inferiori. De Zerbi è l’allenatore le cui quotazioni salgono più in fretta: all’Etihad dovrà dimostrare sul campo di meritarsi la fama di futuro Guardiola. Provando a battere l’originale.

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