La squadra di Guardiola sbanca Stamford Bridge nella ripresa: 0-1. I Blues colpiscono un palo, Haaland in ombra
Tre minuti. È quello che ci hanno messo Jack Grealish e Ryan Mahrez per cambiare Chelsea-City, per combinare meno di 180 secondi dopo il loro ingresso in campo al 60’ della ripresa per il gol che riavvicina i campioni all’Arsenal capolista, distante ora 5 punti: assist da sinistra dell’inglese, deviazione vincente sul secondo palo dell’algerino. 1-0 City, quello che basta per espugnare Stamford Bridge e capire che i Gunners che marciano verso i 100 punti, parole di Pep alla vigilia, forse non sono così imprendibili. Sembra imperdibile, dopo questo k.o., il quarto posto per il Chelsea: la zona Champions è 10 punti avanti, Potter in un colpo solo ha perso per infortunio Mount (ko prima della partita), Sterling e Pulisic, in una squadra con l’infermeria già piena. L’aiuto dal mercato (in tribuna c’era Benoit Badiashile, ufficialmente nuovo difensore del Chelsea prelevato dal Monaco per 38 milioni di euro) diventa sempre più fondamentale.
Le chiavi
—Il City non ha incantato. Primo tempo a cercare di capire come vuole giocare Guardiola, che solo all’apparenza mette la "solita squadra" ma che in realtà cambia tutto: Rodri parte come difensore centrale e avanza in fase di possesso, Stones deve capire azione per azione se il reparto arretrato deve essere a 3 o a 4. De Bruyne è l’uomo più vicino a Haaland, a secco ma comunque con più gol in stagione (21) di tutto il Chelsea, ma fatica a trovare la posizione. Meglio nella ripresa, normalizzato dai cambi: prima Lewis e Akanji, poi Grealish e Mahrez per la mossa decisiva. Poi i campioni hanno sofferto, tanto e troppo. Hanno mostrato che non sono imbattibili, ma anche che hanno il talento per uscire da qualsiasi situazione. Il Chelsea nel primo tempo ha giocato meglio, con Potter che ha scoperto Chukwuemeka, avuto per la prima volta Koulibaly a livello Napoli e capito che non può fare a meno dell’energia in mezzo al campo di Zakaria. È mancato il gol per rimontare, quello che è arrivato solo 5 volte nelle ultime 8 partite. Quello che non garantisce più Aubameyang, rimpiazzato senza troppe cerimonie. Potter sta ancora cercando di capire con quale modulo il suo Chelsea rende al meglio: la difesa a 4 ora sembra un dato di fatto, il resto deve arrivare in fretta perché la situazione di classifica, il 10° posto attuale, è sempre meno in linea con i sogni di gloria della proprietà.
La partita
—Il Chelsea perde Sterling alla prima azione, rimpiazzato da Aubameyang, e Pulisic prima del 20’, con Chukwuemeka al suo posto. Le occasioni migliori però le creano proprio i Blues, con Chukwuemeka che al 44’ colpisce il palo. Il primo tempo è sconvolto tatticamente dalle mosse di Guardiola, che lo stesso City sembra assorbire a fatica in 45’ in cui nessun giocatore di Pep brilla particolarmente. Inserendo Lewis e Akanji per Cancelo e Walker a inizio ripresa, Pep ristabilisce un po’ di "normalità": il City ne beneficia subito, ma il colpo di testa di Aké al 51’ si stampa sulla traversa. Guardiola allora fa un’altra magia: al 60’ inserisce Grealish e Mahrez, che tre minuti dopo sbloccano il punteggio, con l’algerino che raccoglie sul secondo palo un assist perfetto dell’inglese. Il City manca il raddoppio con Haaland, Potter per rimontare sceglie la linea giovane con Hall e Hutchinson, 37 anni in due, e scopre che ha ragione, perché nel finale riesce a mettere in difficoltà i campioni. Il gol sarebbe meritato, invece non arriva. Domenica si replica, stavolta a Etihad e nel 3° turno di FA Cup.
© RIPRODUZIONE RISERVATA