L'intervista integrale del portoghese alla tv inglese e le accuse allo United: "Un piano per mandarmi via, sono la pecora nera. Ten Hag mi ha provocato, il club pensa solo al marketing. Andarmene? Dura dire che non tornerò"

"Io e Messi insieme? Tutto è possibile. Di sicuro venderemmo tante maglie. Non siamo mai andati a cena insieme, ma mi piacerebbe". L'eterno confronto col rivale Leo è anche l'ultima suggestione sul futuro di Cristiano Ronaldo nella versione integrale dell'intervista rilasciata da Cristiano Ronaldo a Piers Morgan sulla tv inglese, di cui erano uscite le prime anticipazioni molto polemiche contro lo United, lasciando presagire un addio. "Messi è un calciatore incredibile, magico. Come persona, dividiamo il palcoscenico da 16 anni, abbiamo un grande rapporto. Non siamo amici, ma è come un compagno di squadra, uno che rispetto per come parla con me, per come sua moglie parla della mia compagna. Posso dire solo ottime cose di Messi. Il miglior giocatore che abbia visto, con Zidane".

Vincere il Mondiale

—  

"Se il Portogallo vince il Mondiale, non mi importa chi segna. Finale con l'Argentina di Leo? Se vinciamo 3-2 e io segno il gol decisivo mi ritiro all’istante". A metà tra divertimento e propositi futuri (in realtà sul ritiro dice altro: "Voglio giocare altri 2-3 anni. Voglio chiudere a 40, l’età giusta. Ma non so, a volte fai piani e la vita te li cambia"), Ronaldo si avvicina così al Mondiale: "Sarà dura farne un altro. Ma su questo sono molto ottimista, abbiamo un allenatore fantastico e ottimi giocatori, sono sicuro che faremo un Mondiale incredibile. Ho sognato di vincerlo: sarà dura, ma tutto è possibile. Ci proveremo. Non siamo i favoriti, non lo siamo mai e non lo eravamo neanche quando abbiamo vinto l'Europeo. Le mie favorite sono Francia, Spagna, Argentina, Germania, Brasile. E l’Inghilterra. Penso possano vincere, come noi".

L'addio allo United

—  

"Ora penso solo al Portogallo e al Mondiale, il mio quinto e ultimo. Non so cosa succederà dopo. Non so se sarò ancora allo United. Forse sarebbe meglio sia per loro che per me se cominciassimo un nuovo capitolo. Io mi sento alla grande, sono convinto che se me lo permettessero segnerei ancora tanti gol", dice Ronaldo sul suo futuro ai Red Devils: "È dura dire che non tornerò, vediamo. Ma i tifosi saranno sempre nel mio cuore". Di certo non andrà in Arabia: "L’offerta degli arabi da 350 milioni di euro è vera. Ma l’ho rifiutata. Il mio agente ha oltre 100 giocatori, quando incontra delle squadre non è sempre per me. Avevo tante offerte per me. E ho l’ingaggio più alto della storia. È falso che nessuno mi voleva, ma io volevo lo United e giocare al massimo".

Contro Ten Hag

—  

Al centro delle polemiche resta soprattutto il tecnico dei Red Devils, Ten Hag. "Sono successe tante cose. Penso che fosse una strategia del club spingermi al limite perché volevano che andassi via, non solo il mister ma due-tre dirigenti di alto livello. Mi sono sentito tradito, ho capito che c’era gente che non mi vuole a Manchester, non quest’anno ma anche lo scorso anno". Il pomo della discordia è stata la richiesta di entrare gli ultimi tre minuti col Tottenham: "Rimpiango di essermene andato prima, credo. Ma il coach mi ha provocato. Voleva mettermi dentro per tre minuti, non sono quel tipo di giocatore. Col Rayo ce ne siamo andati in 9: hanno fatto solo il mio nome. Parlano solo della pecora nera, me: qualsiasi cosa era colpa mia. L’ho fatto, ho chiesto chiusa e per me era finita lì". E ancora: "Mi sono sentito provocato, per tutto quello che era successo prima. Mi ha mancato di rispetto. Per quello dico che non lo rispetto, perché lui non rispetta me. Non rimpiango di non essere entrato: se non mi rispetti, io non ho rispetto per te".

Il club

—  

Le recriminazioni di CR7 guardano anche più in alto: "Rimpiango di essermene andato, ma mi ha deluso il comunicato del club sui tre giorni di sospensione: decisamente troppo. È stata una vergogna, mi sono sentito umiliato. Ricordo essere tornato a casa, aver detto a mio figlio Cristiano che mi punivano e lui che mi ha chiesto 'come è possibile che puniscano il migliore del mondo?'. Gli ho detto perché secondo loro mi ero comportato male e non mi ha creduto. Non sono perfetto, mi sono scusato, ma 3 giorni di stop per quello è troppo, è solo per la stampa". Sulla società: "Ai proprietari non importa del club, solo del marketing: prendono i soldi da lì e della parte sportiva non gli interessa. Con loro non ho mai parlato. Danno tutto il potere a presidente e ds. Per lo United sarà dura essere al top per i prossimi anni se non cambia la struttura". Tra i problemi anche la gestione dei problemi familiari in precampionato legati alla salute della figlia: "Bella ha avuto la bronchite mentre eravamo a Maiorca. E’ rimasta una settimana in ospedale. Ero preoccupato, tantissimo. Ho parlato con presidente e ds ed era come se non mi credessero. Mi ha fatto male sentire i dubbi sul fatto che fossi un professionista esemplare, come sono stato per 21 anni".

Adblock test (Why?)