Il Foggia Calcio si guadagna un altro turno di playoff (ad attenderlo mercoledì ci sarà l’Avellino). Lo fa battendo una Turris determinata e combattiva, capace di mettere per un tempo alle corde i rossoneri, molto bravi e talvolta fortunati nel restare in piedi. Benedetti i cambi, che incidono sul risultato. Di Grazia sblocca la partita da subentrato. Garofalo entra in modo determinante nell’azione del raddoppio ed anche lui era partito seduto accanto al tecnico Zeman. La partita? Un flipper.

Tascone fa il professore. A centrocampo, il Foggia, questa volta ha solo alunni. Le difficoltà per i rossoneri contro la Turris sono tutte lì. Centrocampo che non contiene il play avversario e distanza eccessiva tra mediana e attacco. Nelle maglie troppo larghe i corallini vanno a nozze e fanno quel gioco che manda in tilt l’undici di Zeman. Attaccanti che vanno incontro alla palla e ali che si inseriscono eludendo sistematicamente il fuorigioco. Se il Foggia non ha il pallone deve difendersi, con i conseguenti guai. Nel primo tempo la partita è questa. E i primi segnali arrivano dopo appena 4′ di gioco. Petermann sbaglia un retropassaggio e manda in porta Longo che da posizione molto defilata colpisce il palo. La Turris mette in mezzo i giocatori del Foggia e Giannone ha lo spazio per provare la conclusione un minuto dopo, ma il portiere para. Il Foggia è in iniziative farraginose, penalizzate da lanci lunghi a scavalcare il centrocampo. Quando si gioca con la palla sul terreno la musica cambia. Al 18′ è Ferrante a ricevere spalle alla porta per poi girarsi e calciare di poco a lato. Troppo poche volte, però, si viaggia su fraseggi precisi. E quando riescono la Turris ci mette lo zampino per sporcarli. O se preferite la mano. Come quando al 20′ un difensore tocca evidentemente con il braccio un cross da destra di Curcio (tocco avvenuto fuori area) ma non viene sanzionato dall’arbitro. Per la Turris ci sono spazi ed errori da sfruttare. Su una punizione dal limite è Tascone a mandare di poco alto. Poi al 35′ Longo tenta il pallonetto sul portiere molto fuori dai pali ma Dalmasso con un colpo di reni dice di no al tentativo degli ospiti. Palla in angolo, sugli sviluppi del quale ancora il portiere deve intervenire sul colpo di testa ravvicinato di Manzi. Il gol? Una chimera. O un’illusione, come quando Merola incorna un traversone da sinistra di Rizzo. Lo stadio urla al gol ma la palla è di centimetri distante dal palo. Al 44′ lo stadio esplode davvero, ma per la decisione dell’arbitro che vede una simulazione di Garattoni, falciato in area da un difensore. Non arriva niente in più di un giallo. Altro giallo è il modo in cui la Turris divora un gol fatto. Palla lunghissima per Longo che mette giù e calcia solo davanti al portiere ma centra l’unico ostacolo tra se e il gol, il palo.

Nella ripresa non ci sono inversioni di rotta, almeno per le prime fasi. Ma il Foggia comincia a prendere preziosi metri, a recuperare possesso palla e a far fruttare diversamente le azioni sulle fasce. Al 16′ va anche in vantaggio con un tocco di Di Pasquale sugli sviluppi di una punizione ma per l’arbitro si tratta di fuorigioco. Meno Turris, più Foggia sul terreno di gioco e tutto cambia. Anche grazie agli innesti di Di Grazia e Garofalo al posto di Ferrante e Rocca, non brillanti come i loro canonici standard. Al 31′ il gol non è bigiotteria. Non è di plastica. E’ vero e liberatorio. Curcio arriva sul fondo e mette al centro per Di Grazia, che deve solo spingere la palla in rete. Per l’attaccante è il primo gol in maglia del Foggia ed è già il più importante. Turris K.O. E aggrappasta a reazione di nervi. Ma la spinta è effimera. Al 44′ il Foggia raddoppia. Calcia Garofalo con potenza, il portiere respinge e Curcio la spinge in porta. Fischio di fine partita. Per il Foggia i playoff continuano.

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