Cinque storie tra le pieghe del fine settimana calcistico, in primis la seconda volta di De Ketelaere nel MilanPoi i “figli” di Galeone, i fratelli di Torino-Lazio, il derby del Nord-Ovest in Premier e gli ex bomber in Serie B

Sebastiano Vernazza

Ci apprestiamo a vivere un altro fine settimana di grande calcio. Tra Serie A, Serie B e Premier League sono tanti i motivi di interesse per restare incollati a tv o smartphone per non perdersi nemmeno un minuto.

Queste sono le nostre 5 partite da non perdere, tra racconti e motivazioni che sono già tante nonostante sia solo l'inizio di stagione.

Atalanta-Milan

Il ghigno del principino feroce

Alto, elegante e biondo, di gentile incedere quando è in borghese, ma il ghigno è sempre feroce. Di Charles De Ketelaere bisogna guardare il sorriso freddo del Nord, è la chiave per andare oltre la facciata. Il nuovo trequartista del Milan si è presentato contro l’Udinese, 26 minuti in cui ha mostrato sprazzi di repertorio: la palla rapida e pulita in verticale, il senso del gol (rete annullata), la voglia di spendersi nel recupero palla. A Bergamo è annunciato tra le riserve, in coda dietro Diaz splendente contro l’Udinese. Mancano però 48 ore e nulla è ancora definitivo. Ci aspettiamo che De Ketelaere giochi, subito o in corsa, e che dissemini altre tracce di talento. Con quel ghigno un po’ così, da bravo ragazzo nella vita, però cattivo sul campo. Non è Carletto.

Sampdoria-Juventus

Giampaolo contro Allegri, chi è più galeoaniano?

Specchio, specchio servo delle mie brame, chi è il più galeoniano del reame? Massimiliano Allegri allenatore della Juve o Marco Giampaolo della Samp? Lunedì a Marassi Samp-Juve alimenterà il dibattito su questi due tecnici discepoli di Giovanni Galeone, allenatore scapigliato che visse i suoi momenti di gloria al Pescara tra gli anni Ottanta e Novanta, con un certo Gian Piero Gasperini come centrocampista. Sì, anche Gasp si è abbeverato alla fonte del galeonismo. Allegri di Galeone è stato giocatore, al Pescara, e collaboratore, “secondo” come si diceva una volta, all’Udinese, seppure in veste ufficiosa, mascherata. Giampaolo di Galeone è stato “vice” al Pescara, seppure per poco. Galeone imponeva alle sue squadre un calcio propositivo, molto “giochista”, ottimista e di sinistra. Non era un integralista alla Zeman, ricercava la bellezza alla sua maniera, senza pesantezza. Né era schiavo dei risultati, non avrebbe mai teorizzato la vittoria come unica meta e bene rifugio. Vinceva e perdeva con la stessa leggerezza calviniana. La vita è buffa. Allegri passa per essere il più galeoniano dei galeoniani, il suo allievo più fedele, l’amico geniale, e però nella Juve allegriana non si sono mai colte grandi tracce di Galeone. La Juve di Allegri è mossa dal “risultatismo”. Vaste tracce di Galeone si colgono in Giampaolo, seminatore di belle intenzioni, sognatore, teorizzatore del “testa alta e giocare a calcio”. Non a caso i suoi risultati finora sono stati galeoniani, altalenanti, diciamo.

Torino-Lazio

La terza disfida dei "Milinkovic Brothers"

Fratelli sottratti al basket. Vanja Milinkovic-Savic, portiere del Toro, è alto 2 metri e 02. Sergej, centrocampista della Lazio, è uno e 91. Da piccoli giocavano a pallacanestro, trascinati dalla madre cestista, Milijana Savic, e ancor oggi tra loro parlano per lo più di Nba. Alla lunga si è imposto il padre, Nikola Milinkovic, ex trequartista, tra Spagna, Portogallo e Austria. Vanja è un portiere con un piede da centrocampista: mirabili i suoi lanci, tira punizioni e rigori. Para d’istinto, ogni tanto gli parte l’errore. Sergej è un centrocampista carro-armato, tutto inserimenti e fisicità, quando salta sembra un portiere, per quanto sposta e torreggia. I Milinkovic Brothers si sono affrontati per due volte: una vittoria per Sergej (Lazio-Spal 4-1 nel 2018) e un pari (Toro-Lazio 1-1 nel 2021). Domani a Torino la terza puntata della Milinkovic saga.

Manchester United-Liverpool

Lo sprofondo dei rossi, chi perde è già perduto

Il derby del Nord-Ovest, così lo chiamano in Inghilterra, è ai minimi termini: dopo due giornate di Premier, il Manchester United giace sul fondo della classifica con zero punti e il Liverpool sta poco sopra, a quota due. Guardiola, con il City, viaggia a punteggio pieno, primo con l’Arsenal a sei punti, e fa già “ciao ciao” con la manina. Sta peggio lo United, minato com’è dal dissenso di Cristiano Ronaldo, che vorrebbe andar via, ma nessuno se lo piglia, e dalle difficoltà di Erik ten Hag, allenatore impastoiato: l’olandese detta una linea che per ora nessuno segue. United-Liverpool è il derby dei rossi, i “Red Devils” contro i “Reds”. L’albero genealogico della maglia numero 7 dello United è qualcosa di epico: Best, Cantona, Beckham, Ronaldo. I grandi attaccanti del Liverpool impressionano: Keegan, Dalglish, Rush, Owen e Salah, per citare i primi che la memoria ci restituisce. La storia però non gioca. United-Liverpool assomiglia già a uno spareggio, chi perderà sarà mezzo perduto.

Ternana-Reggina

Lucarelli-Inzaghi, il derby del gol si rinnova in B

Ternana-Reggina, partita di Serie B, merita un posto in vetrina perché racchiude un gran derby del gol, tra due ex centravanti di Serie A, Cristiano Lucarelli e Filippo Inzaghi. Lucarelli, oggi allenatore della Ternana, di reti in Serie A ne ha segnate 120, tra Atalanta, Lecce, Torino, Livorno, Parma e Napoli. Pippo Inzaghi ha chiuso con 156, tra Parma, Atalanta, Juve e Milan. Quasi 300 gol in due nel massimo campionato, 276 per la precisione, un capitale. Diversamente numeri 9. Lucarelli era un ariete, tuonava e sfondava. Inzaghi un opportunista che trasformava in oro ogni palla vagante. Dopo la prima giornata di Serie B, Inzaghi è davanti di tre punti: la Reggina ha vinto a Ferrara, la Ternana ha perso ad Ascoli. L’importante è che domani non finisca 0-0, sarebbe una beffa.

Adblock test (Why?)