Tante novità e investimenti, infortuni a raffica (Scamacca compreso) e non solo: così la squadra di Moyes deve lottare per non retrocedere. Alle 20.45 al London Stadium la sfida con il Brentford

Dal nostro corrispondente Davide Chinellato @dchinellato

Non doveva andare così. Il West Ham, la squadra più italiana della Premier League, era partito per provare ad essere grande, dopo un’estate con 185 milioni di euro spesi, di cui 42 bonus compresi per Gianluca Scamacca dal Sassuolo. I gol dell’azzurro dovevano servire non solo per andare avanti in Conference League, una competizione che gli Irons vogliono vincere dopo aver fatto lo scorso anno la semifinale di Europa League, ma anche per provare a dare fastidio alle grandissime del campionato, dopo che il West Ham per due anni è stato la prima delle altre. Alle 20.45 al London Stadium arriva il Brentford e la squadra più italiana della Premier, guidata da David Moyes, è in lotta per non retrocedere.

Classifica

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Serie aperta di quattro sconfitte consecutive, appena 14 punti in 16 partite, uno solo di margine sul terzultimo posto che significa retrocessione in Championship. Il piazzamento del West Ham fa così paura che i rumors sulla partenza di Declan Rice, capitano 23enne visto al Mondiale con l’Inghilterra, sono già cominciati. “Non c’è nessuna possibilità che Rice parta in questa finestra di mercato” ha detto un po’ stizzito Moyes, provando a spegnere voci che lo stesso centrocampista degli Irons ha alimentato parlando spesso della sua voglia di vincere, di lottare per qualcosa di importante. Era quello che doveva fare il West Ham quest’anno, almeno sulla carta. Moyes ha ripetuto spesso ad inizio stagione che dopo due annate chiuse al 6° e al 7° posto, l’idea era continuare a crescere. È quello che la squadra che gioca al London Stadium, seconda solo al Manchester United per numero di spettatori medi, ha fatto in tutti i tre anni (esatti, l’anniversario è proprio in questi giorni) in cui l’allenatore scozzese è al timone. “Quando cerchi di crescere, di ricostruire un club dalle fondamenta come abbiamo provato a fare noi, sei sempre un po’ altalenante, hai sempre stagioni positive a cui seguono altre negative - ha detto Moyes -. È evidente che questa è la stagione in cui dobbiamo lottare di più. Ci eravamo abituati a stare nella parte alta della classifica: non siamo contenti della posizione in cui siamo, sappiamo di dover vincere per tornare in alto”.

Cambiamenti

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I 185 milioni spesi sul mercato estivo dovevano servire per fare il passo avanti. Con talenti come Lucas Paquetà, titolare del Brasile al Mondiale, o come il marocchino Nayef Aguerd, che doveva essere il perno della difesa ma che si è fatto male gravemente nella prima amichevole stagionale. “Non puoi tenere la stessa squadra per tanti anni: devi andare avanti, ed è quello che abbiamo cercato di fare con gli acquisti in estate - ha spiegato Moyes, che per il West Ham è molto più di un allenatore -. Abbiamo quindi preso tanti giocatori nuovi, cercato di inserirli in una squadra che per anni è stata stabile e poco abituata ai cambiamenti. Ma avevamo bisogno di tante novità, di giocatori che ci aiutassero a dare nuovi stimoli a chi c’era o a prendere il posto di altri che avevano dato tutto ed erano in calo”. Gli infortuni, secondo Moyes, sono la prima causa di questi insuccessi: Aguerd è stato il primo a farsi male, Scamacca e Paqueta sono a turno rimasti fuori, rallentando non solo il loro inserimento ma anche la costruzione di una squadra che ha sempre avuto due anime e due rose quasi distinte, una da impiegare in Premier ed una in Conference League, dove col livello di avversari decisamente più basso rispetto al campionato inglese, Moyes si è concesso qualche esperimento, come abbandonare il 4-2-3-1 che in Premier è un dogma per provare la difesa a tre. Cambiamenti, infortuni e nuove gerarchie hanno creato un mix complicato, con le prime sconfitte e i risultati negativi che hanno contribuito a quella nuvola nera che sembra non andarsene mai dal centro sportivo di Rush Green, dove gli Hammers hanno la loro base.

Italiani

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In questo momento di transizione sono rimasti imbrigliati anche i tre italiani in rosa, Scamacca, Angelo Ogbonna e Emerson. Il centravanti che a Capodanno festeggerà 24 anni ha segnato solo 2 gol in 752’ di Premier, e stasera col Brentford potrebbe non giocare per un infortunio a una caviglia che l’ha già tenuto fuori dalla sfida del Boxing Day in casa dell’Arsenal. Moyes stravede per l’ex Sassuolo: l’ha inserito con calma, dandogli i primi minuti in Europa League, dove Scamacca ha trovato gol importanti per costruire la fiducia che gli ha permesso poi di diventare titolare anche in Premier. Solo che i gol finora sono pochi, complice un attacco che fatica (13 reti fin qui, terzo peggiore di tutta il campionato inglese): a metà ottobre Scamacca aveva trovato un’ottima intesa con Paquetà, ma un infortunio del brasiliano con un passato al Milan ha contribuito a rompere la magia. Emerson, esterno a sinistra che Moyes diceva di cercare da tempo, in Premier è fermo a 224’ in 7 presenze, di cui solo 3 da titolare. Ha giocato molto di più in Europa, ma nelle gerarchie è ancora molto indietro. Ogbonna è uno dei veterani degli Hammers, e quando gioca è capitano. Lo scorso anno, prima di rompersi un crociato a dicembre, era titolare inamovibile. Ha lavorato tutta l’estate per rimettersi in forma, con Moyes che gli ha fatto assaggiare di nuovo il campo già a fine agosto, nel preliminare di Conference League, per poi rendersi conto di averne affrettato troppo il recupero. L’esperienza di Ogbonna, che in Premier finora ha giocato solo 27’, servirebbe per il West Ham, che al centro della difesa complici gli infortuni ha fatto ruotare quasi tutti gli uomini a disposizione, senza mai trovare la coppia giusta. È uno dei motivi per cui la squadra ancora non decolla.

Futuro

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Moyes è convinto che al West Ham non servano acquisti per riprendersi, solo un po’ di salute e di continuità. “I giocatori sono i primi ad essere delusi per come stanno andando le cose - ha spiegato il tecnico -. Stanno lavorando duro, è ancora più difficile perché non ce lo aspettavamo. Ma dobbiamo fare di tutto per risollevarci, per ottenere quei risultati che ci servono”. La fiducia è tale che nel centro di allenamento di Rush Green, nonostante la nuvola nera che funesta il West Ham da tutta la stagione, nessuno ha mai smesso di vedere un raggio di sole. Perché gli Irons sanno di avere il talento per essere molto meglio di una squadra che lotta per non retrocedere, sanno di avere uomini con cui pensare di essere la prima delle altre, come sono stati nelle ultime due stagioni. Si erano messi in testa di essere molto di più, e anche se il campo per il momento li ha bocciati sanno di poter ancora migliorare. Moyes ha il compito più duro: scegliere di chi fidarsi, provare ad andare all-in col cambiamento, a patto ovviamente che gli infortuni diano tregua. Per ripartire servono i gol, soprattutto quelli di Scamacca. Fin dalla partita col Brentford, ammesso che gli infortuni diano finalmente tregua.

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