Altra amarezza stagionale per i Reds, eliminati da un gol di Mitoma nel finale. In campionato, dal tecnico ex Sassuolo, avevano già rimediato uno 0-3

Dal nostro inviato Davide Chinellato @dchinellato

Il lampo del Samurai. Il Brighton piega 2-1 il Liverpool nel quarto turno di FA Cup con la perla al 92’ di Karou Mitoma, il talento giapponese che con De Zerbi è salito al livello fenomeno. Come il suo gol: fenomenale, un gioco di prestigio in area di rigore con pallonetto per mandare al bar Gomez e il colpo di katana che fa esplodere di gioia lo stadio dei gabbiani e aggiunge una delusione a questa stagione difficile dei Reds. La squadra di Klopp era convinta di essersi meritata almeno il replay, e qualcun altro di quei piccoli passi avanti che il tecnico chiede in questa fase. Invece deve giustificare l’eliminazione da quella coppa alzata nella passata stagione.

LE CHIAVI

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Mitoma è l’eroe per De Zerbi, che in questi mesi di Premier si sta trasformando nella bestia nera di Klopp e che festeggia l'impresa sotto la curva da quei tifosi che lo hanno subito idolatrato. Il gol è un colpo da campione dopo una partita in cui a lungo era stato troppo fumo e poco arrosto. Ma il giapponese è l’X-Factor del Brighton, quello che col suo talento è capace più di altri di accendere la squadra. Senza Caicedo, fuori almeno fino a fine mercato dopo una richiesta di cessione (l’Arsenal è pronta a mettere 80 milioni di euro sul piatto per avere subito il centrocampista), De Zerbi azzarda comunque un 4-2-4 con gli esterni March e Mitoma in linea con le due torri Ferguson e Welbeck. Il modulo funziona meglio nella ripresa, quando March e Mitoma salgono di tono. Il Brighton si conferma una delle squadre più belle da vedere della Premier: organizzato, ben messo in campo, sempre alla ricerca della giocata migliore. Al Liverpool resta la delusione dopo una partita in cui non aveva tutto sommato demeritato. Rispetto a due settimane fa, quando i Reds erano usciti con le ossa rotte dalla fermata in Premier nello stadio dei gabbiani, i progressi sono evidenti: squadra meglio messa in campo, gestita alla grande in mezzo dal 18enne Bajcetic, difesa più attenta (il fisico di Konate si è fatto sentire) perché il gol di Mitoma è una prodezza individuale e non un errore di reparto. Restano i problemi in attacco: lo spostamento in prima linea di Elliott aggiunge creatività e assicura copertura migliore al centrocampo, ma servirebbero progressi anche da Gakpo, ancora troppo spaesato in mezzo al tridente, dove rimane anche quando Klopp lascia spazio a Nunez. Il gol finale che decreta l’eliminazione è una mazzata anche per il morale, un nuovo stop nel progetto di rilancio di una squadra che non può più permettersi di fermarsi.

LA PARTITA

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Elliot alla mezzora sblocca un vivace primo tempo, infilando Steele con un preciso diagonale ispirato da un contropiede di Salah, che in precedenza aveva sciupato due occasioni. Il Brighton pareggia al 39’ con Dunk, che devia imparabilmente un tiro da fuori di Lamptey sugli sviluppi di un corner. Brighton più aggressivo in avvio di ripresa, ma i tre cambi che Klopp chiama al quarto d’ora riaccendono i Reds, almeno fino a quando March non mette loro paura mandando a lato un cross di Mitoma al 71’. Il Brighton torna a controllare il gioco, ma il match sembra destinato al replay fino alla magia di Mitoma: al minuto 92’ l’urlo dei gabbiani esplode con tutta la sua forza.

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