Il mercato regala storie davvero pazzesche, spesso di affari saltati all’ultimo istante o di cambi di idea repentini. Uno di quelli che ha fatto la storia del calcio è il trasferimento di Deco dal Porto. Il centrocampista era uno dei calciatori più ricercati d’Europa dopo che il club portoghese aveva vinto la Champions League agli ordini di Josè Mourinho. E per lui si erano mosse due big come il Bayern e il Chelsea. Peccato che alla fine il brasiliano portoghese non sia volato nè a Monaco di Baviera nè a Londra (che comunque lo avrebbe accolto qualche anno dopo), ma…a Barcellona. Tutto grazie a un CD, come riporta la Bild, citando alcune dichiarazioni dell’ex centrocampista nel libro “Die Paten der Liga”.

BAYERN – “Volevo lasciare il Porto e ho ricevuto due offerte, dal Bayern e dal Chelsea. Ero sicuro di non voler andare al Chelsea. Il mio allenatore al Porto, José Mourinho, si era trasferito al Chelsea e voleva portarmi con lui. Mi è sempre piaciuto lavorare con lui, ma era ora di prendere la mia strada. Ecco perché pensavo di andare in Baviera. Il mio agente mi ha detto lo stipendio che mi avrebbero dato e tutto sembrava a posto. E io mi consideravo come un giocatore del Bayern”. Tutto fatto, se non ci avesse messo lo zampino qualcuno. E il protagonista di questa sorpresa di mercato è ovviamente Jorge Mendes, che ha…convinto il Barcellona ad acquistare Deco.

CD – E dire che all’inizio i blaugrana non volevano il portoghese, ma Mendes ha comunque chiesto un appuntamento a Joan Laporta, presidente del club catalano dal 2003 al 2010. Il numero uno del Camp Nou ha concesso udienza al procuratore solo per alcuni minuti, che però sono stati sufficienti: il portoghese non ha fatto altro che far ascoltare al presidente del Barcellona una registrazione dei tifosi del Porto che cantavano:”Oh Deco, oh Deco,sei il miglior calciatore del mondo”. Un qualcosa che a Laporta è piaciuto: “Nei giorni successivi ho chiesto a Mendes di farmi ascoltare di nuovo quel CD. Lo avrò sentito almeno 50 volte. E alla fine ero così incuriosito da quel ragazzo che l’abbiamo preso”.

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