Il presidente del Paris Saint-Germain è stato scagionato dalla giustizia svizzera. L'avvocato: "Verdetto totalmente giustificato"

Prosciolto, anche in secondo grado. Nonostante le accuse, di grande eco mediatico, che puntualmente lo prendono di mira, Nasser Al Khelaifi è stato scagionato dalla giustizia svizzera. Il qatariota, da capo del gruppo BeIn, era sotto processo penale a Bellinzona per "istigazione a una gestione sleale" nell'attribuzione dei diritti tv dei Mondiali 2026 e 2030 in Nordafrica e Merioriente. Una storia che si era estesa anche alla Sardegna con una villa acquistata e messa a disposizione dell'allora segretario Fifa, Jérome Valcke, condannato invece a 11 mesi, ma per i legami con l'uomo d'affari Dinos Deris, condannato a 10 mesi con la condizionale.

Giudizio

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Per Al Khelaifi, i pm avevano chiesto in primo grado 28 mesi, di cui solo 4 con la condizionale, e poi portato il giudizio in appello dopo un primo proscioglimento. Stamane è arrivato anche il secondo: "Il verdetto di oggi – commenta l'avvocato del presidente del Psg, Marc Bonnant – scagiona totalmente Al Khelaifi dopo anni di accuse infondate, fittizie e continue diffamazioni. È un verdetto totalmente giustificato che ne prova la completa innocenza". Al Khelaifi ha sempre negato le accuse che ne hanno destabilizzato mediaticamente il ruolo dirigenziale, non solo del Psg, ma anche dei grandi gruppi che amministra. Il qatariota infatti presiede BeIn Media, il fondo sovrano specializzato nello sport Qsi, è membro del board del fondo Qatar Investment Authority, e da presidente dell'Eca anche del comitato esecutivo Uefa.

Padel e Zidane

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In patria Al Khelaifi è ministro senza portafogli, e presiede la federtennis. Da poco ha pure fondato anche la Federazione internazionale padel, con l'italiano Luigi Carraro. Una nuova iniziativa che a luglio si concretizzerà nel primo meeting Greenweez di Parigi, al Rolland Garros. Il testimonial non è altri che Zinedine Zidane, appassionato di padel come Al Khelaifi. Un modo per il presidente del Psg per mantenere aperto un canale diretto con il tecnico francese che aspira alla panchina della Francia, ma non esclude un giorno di guidare anche il club dell'emiro del Qatar, come ammesso ieri all'Equipe: "Mai dire mai".

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