L’argentino, che fa firmato per l’Inter Miami, secondo i media locali ha creato solo problemi al Psg, con una serie di capricci che non l’hanno mai fatto amare da club, compagni di squadra e tifosi

Disamore, infelicità e qualche capriccio. È la storia di Leo Messi al Psg, conclusa con un addio tra fischi dopo due anni di incomprensioni. Due stagioni che avrebbero dovuto portare il club dell’emiro del Qatar nell’Olimpo della Champions League e che invece con l’argentino è precipitato negli inferi di due eliminazioni consecutive agli ottavi. Ma il malessere covava soprattutto in spogliatoio da dove emergono aneddoti non proprio edificanti nei confronti del campione del Mondo che ha preferito trasferirsi all’Inter Miami.

Infelicità

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“Quelli a Parigi – ha spiegato Messi in un’intervista in Spagna – sono stati due anni in cui non ero felice, non mi sono divertito e questo ha condizionato anche la mia vita di famiglia. Ho mancato troppe cose della vita dei miei figli. A Barcellona andavo a prenderli a scuola, a Parigi solo di rado, e di rado condividevo anche altre attività con loro. Anche per questo ho deciso di approfittarne un po’ di più. Ho la fortuna di aver raggiunto ogni obiettivo nel calcio, adesso ciò che mi interessa di più è l’aspetto familiare”.

Versioni

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Il Messi infelice però è finito nel mirino di RmcSport, il baluardo dei suoi detrattori, tra i quali spicca l’ex giocatore parigino Jerome Rothen, ormai conduttore radiofonico di spicco, dalla verve ruvida, che ieri ha attaccato il sette volte Pallone d’oro: “A marzo, Leo aveva saltato un allenamento e non per un problema al polpaccio come ha blandamente giustificato il club. La verità è che Messi non era soddisfatto del contenuto della seduta tecnica, forse perché quel giorno i suoi bambini non stavano bene a scuola. Quindi è tornato in spogliatoio, ha fatto la doccia e se n’è andato. Tutto ciò dimostra quanto rispettasse allenatori e compagni di squadra”. Quel giorno, secondo RmcSport, Messi non avrebbe apprezzato gli esercizi di corsa e di fase difensiva imposti agli attaccanti. Una versione all’epoca smentita dal padre Jorge.

Richieste

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Per Rothen però non è tutto: “Messi ha insistito molto per cambiare il ritmo degli allenamenti. Non voleva allenarsi al mattino. Secondo lui non andava bene, pretendeva invece che la squadra si allenasse di pomeriggio, ma per fortuna lo staff tecnico non ha ceduto alle sue richieste”. Da qui magari uno dei motivi dell’infelicità dell’argentino che a inizio maggio ha saltato un altro allenamento ma stavolta per ragioni di sponsor, volando a Riad. Il club allora lo ha punito con una sospensione di due settimane, ridotte a una dopo che Messi si è scusato con un video sui social. Un mese dopo ha lasciato la capitale francese tra i fischi dei suoi tifosi che ne hanno fatto il simbolo di tutti i fallimenti in Champions, dopo averlo insultato dandogli del mercenario. A Miami, l’ex blaugrana è atteso come una star e potrà magari dedicarsi più facilmente e senza pressioni alla vita di famiglia.

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