Domani alle 20 a Yaoundè si assegna il titolo continentale. Faraoni a caccia dell’ottavo trionfo, mentre per i Leoni della Taranga sarebbe la prima volta. Sfida “fratricida” tra le due star del Liverpool, che a marzo si incroceranno nuovamente nei playoff mondiali
I Faraoni per l’otto volante, i Leoni della Taranga per una magica prima volta. La finale di Coppa d’Africa che andrà in scena domani alle 20 allo stadio Olembè di Yaoundè, comunque vada a finire, scriverà una pagina di storia. L’Egitto ha la chance di allungare in vetta alla classifica delle nazioni con più successi, che già comanda con 7 (l’ultimo nel 2010), due in più del Camerun che ha eliminato ai rigori in semifinale, il Senegal di alzare il trofeo dopo aver fallito l’ultimo passo nel 2002 (ko coi Leoni Indomabili ai rigori) e nell’ultima edizione (sconfitto 1-0 dall’Algeria). Ma quella di Olembè sarà soprattutto la sfida “fratricida” tra i due Reds, l’egiziano Momo Salah e il senegalese Sadio Manè, entrambi peraltro in scadenza di contratto col Liverpool nel giugno 2023.
tris
—Quello di domani è oltretutto il primo di un trittico di incontri dal peso specifico altissimo tra Egitto e Senegal. Il 23 e 29 marzo le due nazionali torneranno ad affrontarsi negli spareggi per accedere al Mondiale di Qatar del prossimo novembre. Il sorteggio del 21 gennaio a Douala li ha infatti messi di fronte in uno dei 5 playoff africani. I Faraoni (al pari del Camerun che ha pescato l’Algeria) non erano testa di serie dato che la Fifa non ha voluto attendere l’esito della Coppa d’Africa che rivoluzionerà il ranking attuale, su cui si è basata per dividere le partecipanti.
favoriti
—Stando a quanto si è visto sin qui in campo, il Senegal appare favorito. Ha una difesa, capitanata dal centrale del Napoli Kalidou Koulibaly che ha subito solamente due reti in sei partite (ai quarti dalla Guinea Equatoriale e in semifinale dal Burkina Faso, gare entrambe vinte 3-1) avendone invece realizzati 9 (Manè con 3 il top scorer). La squadra del c.t. Aliou Cissè è apparsa in crescita partita dopo partita. Cissè è uno dei 16 tecnici africani sulle 24 partecipanti, un primato che fa ben sperare per il futuro della categoria anche se l’ex allenatore del Camerun Claude LeRoy (che guidò al successo nella Can 1988) non è d’accordo: “La razzializzazione della questione è puramente populista e sbagliata” ha dichiarato. Alla guida dell’Egitto c’è invece il portoghese Carlos Queiroz, per 8 anni c.t. dell’Iran prima di passare ai Faraoni nel 2021. La squadra di Salah ha stentato nella fase a gironi (seconda dietro la Nigeria) ed è passata ai rigori negli ottavi contro la Costa d’Avorio, ai supplementari nei quarti col Marocco e di nuovi ai penalty in semifinale col Camerun. Percorso peraltro ben più complicato rispetto a quello del Senegal.
Polemica
—Queiroz dopo la vittoria sul Camerun si è lamentato per il giorno in meno di riposo rispetto ai Leoni della Taranga (che avevano giocato la semifinale il giorno precedente), arrivando addirittura a chiedere alla Caf di spostare la finale a lunedì, ovviamente senza successo. I tre supplementari, che sommati fanno una partita in più, potrebbero pesare sulle gambe degli egiziani. Ieri però è stato Cissè a tenere a riposo Manè, che non si è allenato anche se non infortunato. E a proposito di riposo, Jurgen Klopp, tecnico del Liverpool, ha dichiarato che concederà qualche giorno in più di riposo al vincitore, in modo che possa tornare a festeggiare il trionfo nel suo Paese. Una buona notizia per l’Inter, che mercoledì 16 affronterà i Reds a San Siro nell’andata degli ottavi.
consolazione
—Stasera alle 20 (inzialmente era prevista domani alle 17, poi saggiamente anticipata per permettere a chi volesse di vedersi entrambi le partite) allo stadio Ahmadou Ahidjo di Yaoundé si gioca l’inutile finale per il terzo posto tra le deluse, Camerun e Burkina Faso. Soprattutto i padroni di casa, la cui eliminazione ai rigori ha scatenato le inevitabili polemiche. A gettare benzina sul fuoco sono state le frasi a caldo del capitano Vincent Aboubakar ai microfoni di Canal+: “E’ una grande delusione, abbiamo organizzato la coppa e siamo usciti in semifinale perché in troppi hanno voluto fare gli eroi, dimenticandosi che si vince di squadra. Ecco cosa succede quando si gioca con egoismo”. Pronta la replica di Karl Toko Ekambi: “Può dire quello che vuole, ognuno ha diritto alle proprie opinioni. Ci abbiamo provato, non voglio fare polemica”. E c’è già chi chiede la testa del c.t. Antonio Conceicao, reo d’aver lasciato in panchina per tutti i 120’ Eric Choupo-Moting, attaccante del Bayern, considerato uno dei migliori giocatori dei Leoni, con 17 reti in 65 presenze.
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