Dopo la gara col Potenza come tutti ero contento nel vedere qualche trama tipica del gioco di Zeman, ma ciò che successivamente ha iniziato quasi a preoccuparmi sono stati gli eccessi, ad iniziare dal fatto che dai commenti qua e là ognuno ha espresso un debole per un singolo calciatore. Quasi a voler dire che abbiamo una rosa piena di campioni e non di ragazzi che magari hanno delle qualità, ma che di pane duro ne hanno da mangiare. Tant’è che l’euforia ha persino contagiato qualcuno dei protagonisti che si è “lanciato” in proclami inopportuni quando il torneo ha appena avuto inizio.
Ora invece ci ritroviamo, come leggevo in qualche commento, dopo appena una settimana, dal….”campioni”, all'”andate a zappare”. Ma si può?
Della partita contro la Turris c’è poco da dire poichè gli avversari hanno ampiamente meritato e i nostri, tutti o quasi, erano rimasti negli spogliatoi. Ma si sa, con Zeman ci vuol tempo a carburare ed una vittoria, sia pur di larga misura, non ha alcun significato, così come una sconfitta.
Zeman è questo, non scordiamolo, così come bisognerebbe non scordare che lui non solo ci ha portato a farci conoscere anche oltre i confini nazionali per il bel gioco, ma ci ha fatto raggiungere degli obiettivi mai raggiunti nella storia del Foggia. Ma tutto ciò dopo aver rischiato dall’essere esonerato anni prima se non avesse pareggiato in extremis una gara in quel di Monza. Ma oltre ciò le giustificazioni sono altrettanto evidenti se parliamo di una formazione quasi del tutto nuova e con ragazzi sconosciuti o quasi. Vogliamo già mettere in discussione un’icona del calcio foggiano? Non scherziamo per favore. E chiediamoci quali sarebbero le “pretese” per questo campionato.
Per quanto mi riguarda faccio miei gli auspici di Canonico riguardo la solita domanda su che tipo di campionato si aspetta. Voglia di divertirsi, magari dopo aver dato il giusto tempo affinchè certi dettami vengano acquisiti. Ed io aggiungerei anche la valorizzazione di elementi utili un domani a dar futuro alle casse rossonere, considerando diversi calciatori acquistati a titolo definitivo.
Serenità dunque e soprattutto equilibrio, cosa che a Foggia non sappiamo cosa sia.
Sulla questione Kragl sono dispiaciuto come molti del mancato arrivo, ma ragionandoci a freddo non sappiamo in che condizioni è il calciatore, soprattutto non si capisce come il Benevento gli abbia dato così facilmente il benservito. Tralasciando poi i noti problemi (falsi o meno che siano) di adattabilità ad un 4-3-3, c’è che sono pur passati alcuni anni dal giocatore che ricordiamo e senza considerare che avrebbe dovuto poi fare una preparazione (alla Zeman) rendendosi disponibile chissà quando.
Ciò che invece ho mal digerito è stata la “comunicazione” del mancato accordo. Anche i meno attenti hanno compreso come i vertici societari volessero la ciliegina sulla torta, mentre l’area tecnica no.
Io credo che agli occhi dei tifosi il Foggia sia uno solo e tutti sulla stessa barca. Dunque Canonico a mio avviso, sicuramente non volendo, ha piuttosto complicato il lavoro del duo Pavone-Zeman, specie poi dopo una debacle come quella contro la Turris. Inoltre addirittura qualcuno ventilava persino l’ipotesi che gli undici in campo avessero tirato indietro la gamba infastiditi dal possibile arrivo del tedesco. Scherziamo o cosa? Il patron ha dunque il dovere di difendere e far sue delle scelte anche se non collimano con le proprie idee. Ad ognuno il suo. F.F.
Rino La Forgia