UN ZINGARO CON UN SUENO - Rafael Jiménez Jarque, noto semplicemente come Fali, nasce a Valencia 28 anni e di professione fa il difensore del Cadice, prima divisione spagnola, con il quale ha giocato 92 partite. Fa parte della comunità gipsy, una parte della popolazione indicata come 'zingari' anticamente originaria della parte africana sub-sahariana, con valori tramandati nei secoli. Che non ha mai rinnegato. Neanche negli spogliatoi del Barcellona B dove, appena arrivato, mette in guardia i compagni: ''Sentite, io sono gipsy e devo sfamare la mia famiglia. Questa per me è l'opportunità della vita. Il mio sogno. Io non avrò un altro contratto quindi se non correte sarò io a corrervi dietro''.
UN BAMBINO GIA' ADULTO - Partito dai campionati regionali con il Levante, dopo essere cresciuto nel Villarreal, a 16 anni aveva già una mentalità da trentenne. E non solo per la sua voglia di diventare un calciatore. Fali non ha la possibilità di studiare, si sposa a 16 anni e a 17 diventa papà. Una vita a lavorare, fin da piccolo, a vendere frutta e rottami metallici, dietro alle bancarelle nel piazzale dello stadio Mestalla di Valencia. Fino all'occasione di diventare calciatore. Prima a bassi livelli, guadagnando pochi soldi a fine mese, tanto che i giocattoli che voleva la figlia dovevano essere lasciati in negozio perché "roba per ricchi'. Poi con il Barça B, dove tutto è iniziato.
LA MIA COMMUNITY E' DIFFERENTE - Ma dove nulla è cambiato. Fali non ha perso la sua semplicità e la sua umiltà. Per informazioni chiedere allo squalo Negredo, che ha raccontato un curioso aneddoto: ''Tutti avevano scarpe firmate nello spogliatoio, tranne Fali. Lui aveva delle scarpe vecchie e usate. Così quando sono rientrato dal Qatar gli ho portato tre paia che mi avanzavano''. Di sicuro non lo avrà chiamato per anticipargli i nuovi scarpini. Lui non ha il telefono e nemmeno il WI-Fi a casa. Nemmeno quando era necessario. Come quando tutto il mondo era in lockdown e una connessione sarebbe stata per tutti un’ancora di salvezza.NO WHATSAPP - Lo è stata quella del vicino, che gli ha permesso di giocare online al Trofeo Carranza de Esports, vinto grazie all'aiuto di un fruttivendolo conosciuto a Cadice, che l'ha sostituto nelle fasi finali. Partite memorabili, vissute nel modesto appartamento nel cuore della città andalusa, dove tuttora vive. Normalità è la parola d'ordine, a uno che usa il numero della moglie nella chat di gruppo su whatsapp perchè non ha uno smartphone non serve nulla di più.