In campo, complicato non essere spaventati da Rio Ferdinand. Ma nella sua vita l'ex colonna del Manchester United è passato attraverso esperienze che lo hanno profondamente segnato.

In campo, complicato non essere spaventati da Rio Ferdinand. Il difensore inglese, dal fisico possente e dallo stile senza fronzoli, è stato per oltre un decennio uno degli incubi degli attaccanti del Vecchio Continente. Ma nella sua vita l'ex colonna del Manchester United è passato attraverso esperienze che lo hanno profondamente segnato. I problemi con l'alcol quando era ancora un ragazzo, la morte di sua moglie e la depressione, colpi che hanno lasciato cicatrici difficili da cancellare. Marca ha raccolto alcune delle confessioni che Ferdinand ha fatto nel corso degli anni, che dimostrano come il calcio non sia esattamente tutto...

ALCOL

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Tutto comincia con una gioventù sregolata. Gli anni al West Ham sono sportivamente importanti, ma lasciano strascichi... "Quando ero giovane ero pazzo, potevo passare tutto il giorno a bere. Potevo farmi dieci pinte e poi passare alla vodka. Al West Ham c'era una cultura alcolica, bevevamo sempre dopo le partite. E di quel periodo ho vuoti di memoria, la gente mi chiede i risultati di alcune partite e non me li ricordo. Passavo tutto il giorno a bere, mi alzavo e cominciavo. Era una cultura diversa, folle: vivevamo tra calcio, alcol e discoteche". Poi arriva lo United, la fama e le vittorie.

REBECCA

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Ma nel 2015, per Ferdinand arriva il colpo più duro. A sua moglie Rebecca viene diagnosticato un tumore al seno e poche settimane dopo il difensore resta solo con tre figli piccoli. E lascia immediatamente il calcio. "Nessuno è preparato per affrontare una perdita del genere. Prima di andarsene mi ha detto che sarei stato un padre e una madre splendido per i nostri figli. Non avrei mai pensato che sarebbe successo, ma dieci settimane dopo la diagnosi non c'era più". Un dolore difficile da affrontare... "All'inizio bevevo tantissimo, la notte, dopo aver messo a letto i bambini, finchè un giorno mi sono alzato e non ero in grado neanche di portarli a scuola. Ho anche avuto un incidente con la macchina e mi sono reso conto che non potevo continuare così. Ho avuto attacchi di panico". Ora Rio sta meglio, anche grazie al calcio e al suo lavoro come apprezzato opinionista. Ma certe ferite, forse, non si rimargineranno mai...

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