Potenza dei playoff, che, non rispondendo a logiche preordinate, a momenti sovverte il pronostico rischiando di lasciare a mani vuote uno Zaccheria ribollente di tifo. Playoff del Foggia, ma solo per un soffio: quello che tutto lo stadio tira con quanti polmoni ha per spingere in porta il lento pallonetto di Di Noia che salva i rossoneri da una debàcle che pareva ormai inevitabile.

C’è molto di questa partita, dal finale non indicato ai cardiopatici, in questo incipit iniziale che già ne individua alcuni temi. Il Foggia ce la fa, ma faticando indicibilmente a fronte di un Potenza che non si lascia prendere dalla frenesia di sbloccarla ma conduce una gara accorta e determinata, senza mai prestare il fianco. I rossoneri non arrivano ai playoff nel migliore dei modi ma non sarebbe giusto eluderne qualche spiegazione: pensando infatti alla lunga rincorsa affrontata lungo tutta la stagione, ai tre cambi tecnici succedutisi, ai tanti momenti di tensione interna occorsi, alla rosa ristretta, in parte falcidiata dal (discutibile) mercato invernale e a lungo confinata a 14 o 15 uomini costretti a tirare la carretta, non ne è difficile comprenderne le attenuanti. E poi c’è l’avversario, infilatosi in questi playoff all’ultimo respiro della regular season e reduce dall’impresa nel derby di Picerno che ha scatenato gli entusiasmi della piazza.  Raffaele manda oltretutto a memoria la gara (sbagliata) di campionato, preferendo che i suoi, almeno inizialmente, aspettino nè troppo alti nè troppo bassi per vagliare le possibilità di ripartenze contro un avversario che, forse, preferirebbe attendere più che dover costruire. E invece nel primo tempo il pallino è lasciato ai rossoneri che non sanno bene cosa farsene. Delio Rossi, dal canto suo, si ritrova Petermann affaticato e fa’ una scelta coraggiosa, preferendo Vacca a Odjer nella casella del play, con l’obiettivo chiaro di “misurarlo”, garantendogli quel po’ di minutaggio necessario per il prosieguo. L’operazione si rivela però subito temeraria: Antonio Junior ha il tocco morbido di sempre ma non la stessa mobilità, compromessa da ormai perduranti condizioni fisiche non ottimali. Il risultato è che è a volte bypassato in manovra e non accorcia nel non possesso, con quel po’ di metri (fra lui e le mezzali) che si aprono all’avversario nelle transazioni. Rossi se ne accorge e manda il ghanese a scaldare già al quarto d’ora. Più avanti Peralta, preferito a Iacoponi con la malcelata intenzione di graffiare il Potenza tra le linee, non riesce a compiere la missione, fagocitato com’è dalle strette maglie dei rossoblu sistemati a specchio e sempre pronti a ribaltare (specie con l’intraprendente e mobile regista Laaribi) verso i due arieti Caturano e Murano. Dietro, Kontek guida bene il terzetto, impegnato in duelli spesso ardui contro la fisicità avversaria, mentre è Talia la spina nel fianco sempre pronto ad allargarsi e ad obbligare Garattoni agli straordinari: sarà proprio da una sua iniziativa che nascerà la principale occasione lucana del primo tempo (34′), ma Murano, libero di calciare, non regola i conti con i rossoneri (in sospeso dal playoff con l’Avellino dello scorso anno) trovando Schenetti sulla traiettoria. Qualche minuto dopo Ogunseye ha la palla giusta sul solito cross di Costa ma ci arriva con la spalla e Gasparini blocca senza problemi. La prima frazione è tutta qui.

Nella ripresa il Potenza, fino ad allora sornione, cambia marcia e per un Foggia affaticato (come si aspettava Raffaele) sono subito problemi. C’è Odjer (Vacca resta negli spogliatoi) ad assicurare quel dinamismo in più che però non supplisce il calo di Frigerio, Schenetti e dei due esterni. Oltretutto Garattoni si fa’ male al quarto d’ora e deve entrare Bjarkason, unico possibile sostituto nel ruolo stante il cronico deficit di panchina dei rossoneri. E così il Potenza sale e crea apprensione su almeno un paio di calci d’angolo mentre Raffaele, pur perdendo Caturano, può provare il rush finale affiancando a Murano Di Grazia. Come spesso accade nel calcio, il golletto arriva per inerzia: Thiam (76′) è difettoso nella respinta in uscita alta sul corner proprio dell’ex rossonero e Talia, ben appostato, può infilare a porta vuota facendo esplodere il settore ospiti e gelando il resto dello Zaccheria. Rossi non può aspettare e ne cambia subito tre, togliendo gli stanchissimi Frigerio e Ogunseye e un confuso Peralta. I cambi saranno decisivi: non perchè la nuova coppia Beretta-Iacoponi riesca a incidere, ma in quanto sarà l’ex Andria a trovare il jolly di giornata togliendo ai suoi le castagne dal fuoco, ormai prossime a bruciarsi. Il Potenza infatti (dentro anche l’altro ex Cittadino, oltre ad Hadziosmanovic, Del Pinto e Alagna, col chiaro intento di anestetizzare la gara) non sembra vacillare, fino a che avviene l’imponderabile: Costa recupera un pallone vagante sull’out sinistro della propria tre-quarti, scavalca con un sombrero Gyamfi (che, errore fatale, non gli fa fallo) e scaraventa subito in avanti a cercare lo scatto di Beretta; su di lui Girasole e Sbraga sono in chiaro vantaggio ma Gasparini decide di uscire ugualmente; il rinvio, incredibilmente floscio, finisce tra i piedi di Di Noia che fa l’unica cosa possibile: tentare l’impresa di prima intenzione con un pallonetto che, lemme lemme, si infila nell’angolino basso facendo venire giù lo stadio. Abbracci (del Foggia), rabbia (del Potenza), lacrime (di entrambe). E’ l’88’. I 6 minuti di recupero sono una bolla che esplode alla fine, insieme alla gioia del tarantolato Delio che, comprendendo le difficoltà dei suoi, aveva a lungo incitato il suo pubblico. Il Foggia ce l’ha fatta. Sollevando forse più dubbi che soddisfazione: ma la fase nazionale dei playoff è realtà e domani (sorteggio alle ore 10) è un altro giorno. 

Giancarlo Pugliese
[Foto: ph. Potito Chiummarulo]

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FOGGIA-POTENZA 1-1/ IL TABELLINO

RETI: 31’st Talia (P), 42’st Di Noia (F)

FOGGIA (3-5-2):Thiam; Leo, Kontek, Rizzo; Garattoni (16’st Bjarkason), Frigerio (33’st Di Noia), Vacca (1’st Odjer), Schenetti, Costa; Peralta (34’st Iacoponi), Ogunseye (34’st Beretta). A disposizione: Raccichini, Dalmasso, Petermann, Capogna, Rutjens. Allenatore: Rossi

POTENZA (3-5-2): Gasparini; Girasole, Sbraga, Rocchi; Gyamfi, Steffè (39’st Del Pinto), Laaribi (39’st Cittadino) Talia, Volpe (33’st Hadziosmanovic); Caturano (26’st Di Grazia), Murano (38’st Alagna). A disposizione: Alastra, Del Pinto; Cittadino, Del Sole, Armini, Riccardi, Polito, Legittimo, Alagna, Logoluso, Verrengia, Schimmenti. Allenatore: Raffaele

Arbitro: Galipò di Firenze (Segnalinee: El Filali di Alessandria – Pragliola di Terni: IV Uomo: Cavaliere di Paola)

Ammoniti: Rizzo e Leo (FG), Volpe, Talia, Rocchi (PZ)

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