La premonizione di Padre Pio, la Grande Inter del “Mago” Helenio Herrera e il piccolo Foggia… lo scrittore immagina pensieri e azioni del tecnico Oronzo Pugliese per ripercorrere la settimana che portò a quella partita

Foggia-Inter 3-2 del 31 gennaio 1965 è la “favola” preferita di tutti i foggiani. Quella che i nonni hanno raccontato e tramandato ai figli e ai nipoti. Da oggi, in occasione del sessantesimo anniversario di questo storico evento, quella partita diventa anche un romanzo. A scriverlo è il giornalista Domenico Carella, che presenterà ufficialmente la sua opera il 6 febbraio 2025 (inizio ore 18,15), presso il Centro Commerciale Mongolfiera di Foggia, nell’ambito dell’iniziativa “Giovedì tra le righe“.
I CAMPIONI E GLI ESORDIENTI – Foggia-Inter 3-2 rappresenta per molti il punto più alto dell’ultra centenaria storia dei rossoneri. I satanelli, approdati per la prima volta in Serie A, affrontavano l’Inter Euromondiale di Helenio Herrera, campione d’Europa e del Mondo in carica, nonché futura vincitrice dello Scudetto. In altre parole, la squadra più forte del panorama calcistico internazionale.
“LO ZACCHERIA ROSSO” – Il duello sulla carta sembrava impari, per di più giocato sul terreno in sansa (tritato del nocciolo doliva) del vecchio stadio Pino Zaccheria. Un impianto all’epoca di poco superiore a un campo sportivo, con tribune in tubi Innocenti e tavoloni di legno. Uno scenario spettrale. Il rettangolo di gioco rossiccio, la polvere che si sollevava ad ogni passo e che rendeva difficile respirare e il calore del pubblico rendevano il catino del vecchio ‘Zac’ un inferno, quindi la casa ideale per i satanelli. I trentamila che assieparono quel giorno gli spalti erano letteralmente indemoniati. Sbattevano all’unisono i piedi sui tavoloni, creando un rumore sordo, cupo, terrificante per qualsiasi avversario.
PIU’ FORTI DEI CAMPIONI – Il tecnico Oronzo Pugliese e i suoi ragazzi completarono poi l’opera sul campo. Erano poco più di una banda di ragazzi alla prima esperienza in Serie A. Avevano a loro disposizione solo un po’ di tecnica e tanta fame. Fame di vittorie e di gloria. Tanto bastò per battere la più quotata Inter del mago Herrera. Segnò prima il Foggia con Lazzotti, poi raddoppiò Nocera, con un dribbling che tagliò fuori i difensori nerazzurri (e della nazionale italiana). Sul 2-0 l’Inter reagì con rabbia. Accorciò con un gol di Peirò, poi pareggiò con un gran gol di Suarez. Sul 2-2 lo Zaccheria temeva il peggio, ma a decidere la contesa ci pensò Vittorio Cosimo Nocera: tiro dalla distanza e palla all’incrocio dei pali. 3-2.
PADRE PIO – Con la vittoria 3-2 si era realizzata anche la premonizione di Padre Pio. Secondo la leggenda, infatti, il frate aveva accolto l’Inter in ritiro a San Giovanni Rotondo e in quell’occasione, secondo alcuni, avrebbe vaticinato la sconfitta a Foggia e la successiva vittoria del campionato per i nerazzurri.
I DUE MAGHI – Quella vittoria entrò di fatto nella storia del tecnico, dei calciatori e dell’intera città. Oronzo Pugliese divenne anche lui Mago alla stregua di Herrera. Diventò il Mago di Turi o il mago dei poveri, uno di quelli che fa miracoli sportivi senza i miliardi dei grandi club. I calciatori ottennero la stima incondizionata dei foggiani, che da quel giorno sono rimasti per sempre legati a questa partita.
IO C’ERO – Per anni una sala cinema parrocchiale diffuse ogni sabato sera il secondo tempo del match e la gente esultava ad ogni gol come se fosse la prima volta. Per anni un chiosco di bevande nella villa comunale di Foggia diffuse l’audio della telecronaca, attirando capannelli di appassionati. Foggia-Inter 3-2 rappresenta per la città quello che Italia-Germania 4-3 ha rappresentato per la nazione. E ancora oggi, chi era presente allo Zaccheria, quel 31 gennaio 1965, con un impeto d’orgoglio esclama: io cero!
IL ROMANZO – Il libro scritto da Domenico Carella ed edito da Mitico Channel prova a raccontare, in un romanzo, come potrebbero essere andati gli ultimi cinque giorni prima di Foggia – Inter. L’autore immagina situazioni, pensieri e dialoghi di don Oronzo pugliese, citando eventi e dichiarazioni reali, oltre a impiantare la narrazione su un imponente studio delle fonti (come il figlio di Pugliese) per rendere quanto più fedele possibile il racconto. CLICCA QUI PER VEDERE IL LIBRO

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