Ancora una sconfitta, pesante, contro una squadra della seconda metà della classifica. Ma stavolta non è stata una disfatta come contro il Latina. Il primo tempo convince, ma finisce sotto di due. Il secondo, invece, è un declino lento e inesorabile.

Foggia in emergenza e Zeman non va per il sottile: dentro tutti i nuovi arrivati la scorsa settimana. La posizione di punta centrale, un po’ a sorpresa, va a Turchetta mentre Vitali ha la meglio su Tuzzo a destra. Tre reparti inediti contro una Juve Stabia indebolita dal mercato e con due nuovi elementi in formazione: il portiere Dini, arrivato dalla Fidelis Andria 8 giorni fa, e il terzino sinistro classe 2000 Dell’Orfanello, giunto invece dal Lavello (serie D) per sostituire Rizzo, oggi in maglia rossonera.

Pronti, via e Alastra deve già prodursi in un colpo di reni per salvare sulla velenosa conclusione di Bentivegna. Al 5′ è invece Stoppa (la più velenosa fra le vespe stabiesi) a lambire il palo dalla distanza. L’inizio non è incoraggiante, ma da questo momento è il Foggia a salire in cattedra. Ritmi vertiginosi da ambo le parti, ma sono i rossoneri a trarne maggior vantaggio. E’ splendido il taglio di Vitali (finalmente un esterno che cerca la profondità) sul servizio di Gallo al 15′ ma Dini si supera emulando Alastra. Di Paolantonio è un po’ disorientato ma ha buoni piedi, a sinistra Rizzo rimane un po’ timido contro i suoi ex compagni mentre la catena di destra funziona meglio: Vitali-Garofalo-Martino si cercano e si trovano e da lì arrivano le cose migliori. Garofalo centra in pieno la traversa al 25′ e due minuti dopo serve al centro per la buona girata ancora di Vitali ma Dini è ancora pronto. Latina sembra essere solo un brutto ricordo. Eppure, sul più bello, arriva la mazzata: in 3 minuti il Foggia ne prende due, in malo modo, con Di Pasquale purtroppo protagonista in negativo. Sulla punizione di Ceccarelli al 30′ è proprio lui ha mettere fuori causa Alastra spizzandola malauguratamente all’indietro; sfortuna. Ma va ancora peggio 2 minuti dopo, quando, sul pallone prolungato di testa da Eusepi, il numero 6 rossonero si lascia mangiare il vantaggio da Stoppa che bruciando anche l’uscita di Alastra deposita nella rete sguarnita. La doccia è gelata e il tempo si chiude con un doppio vantaggio che solo il cronista di Eleven riesce nell’impresa di definire “legittimo” mentre quelli di Rai Sport rispondono da par loro definendo “non voluta” una invece evidentissima gomitata di Caldore a Vitali, proprio davanti al naso del guardalinee (che la ignora, insieme all’arbitro).

Nella ripresa il Foggia ci riprova, mentre le vespe si rintanano. Sottili mette Schiavi in luogo del più offensivo Bentivegna allo scopo di tappare la corsia di Martino. Il progetto riesce e il Foggia si intorta nel mezzo. La punizione di Curcio (per il resto impalpabile, stretto nella morsa di Donati e Altobelli), al 52′, di poco a lato, è l’ultimo sussulto. Di Pasquale, in non buone condizioni fisiche (e si è visto in entrambe le ultime due gare) si arrende al 55′ (problema alla caviglia) cedendo il posto al redivivo Markic. E’ il preludio al nulla: Merola (entrato al 58′ al posto di uno spaesato Turchetta) si colloca fra le mattonelle del suo predecessore di trent’anni (il “Baiano 2” di Zeman è lui) ma da quel momento in poi, con le corsie occluse, il Foggia non riesce a far altro che a buttare avanti palloni alti e ingiocabili. Il tris di uno Stoppa incontenibile al 68′ (bella azione personale) è il suggello a una partita ormai ampiamente deragliata dai binari iniziali. I cambi di Vitali e Gallo con Tuzzo e Rizzo Pinna sembrano perciò pleonastici, se non fosse che è proprio quest’ultimo (se non altro volitivo, come anche col Latina) a trovare da fuori area l’angolino dove Dini, tradito dal rimbalzo sul sintetico bagnato, non può arrivare. E’ l’84’ ma c’è poco o nulla ancora da fare: mentre da non fare ci sarebbe il pasticcio di Girasole che cincischia su un pallone suo e, in ritardo, trova Guarracino anzichè la sfera stessa. Il rigore calciato da Schiavi è solo l’occasione per Alastra di vedersi ribadita la palma di migliore dei suoi.

Zeman, sotto la pioggia, guarda il campo in silenzio, seduto su una panchina svuotata da Covid, squalifiche e infortuni.  Un brutto inizio d’anno. Cui gli ultimi squilli di mercato (le ufficializzazioni di Nicolao e Buschiazzo sommano a 6 i nuovi arrivi) si spera possano porre argine, alla vigilia dei terribili trittici di febbraio.

IL TABELLINO

Reti: 29′ autorete Di Pasquale, 32′ Stoppa (JS), 68′ Stoppa (JS), 84′ Rizzo Pinna;

Juve Stabia (4-2-3-1): Dini; Donati, Troest, Caldore, Dell’Orfanello, Scaccabarozzi (85′ Erradi), Altobelli, Ceccarelli (80′ Guarracino), Stoppa (80′ Della Pietra), Bentivegna (46′ Schiavi), Eusepi (85′ Peluso). A disposzione: Russo, Pozzer, Peluso, Davì, Schiavi, Tonucci, Erradi, Guarracino, Della Pietra, Cinaglia, Esposito, Evacuo. All. Sottili

Foggia (4-3-3): Alastra, Martino, Girasole, Di Pasquale (55′ Markic), Rizzo; Garofalo, Di Paolantonio, Gallo (75′ Rizzo Pinna); Vitali (75′ Tuzzo), Curcio, Turchetta (58′ Merola). A disposizione: Volpe, Markic, Rizzo Pinna, Merola, Tuzzo. All. Zeman

Arbitro: Marini di Trieste (Vitali-Pragliola; IV: Iacobellis)

Ammoniti:  Ceccarelli e Schiavi (JS); Vitali, Di Paolantonio, Curcio (FG)

Giancarlo Pugliese

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