A Foggia si è abituati a soffrire ma la stanchezza dei supporter rossoneri stavolta viene messa a dura prova dalle ultime vicende susseguenti la brutta sconfitta interna contro il Latina. Non bastavano le vicende societarie con l’ultima riguardante la querelle legale (ex art.700) che si sta svolgendo presso il tribunale di Bari tra il socio venditore (Maria Assunta Pintus) e quello acquirente (Nicola Canonico) circa il pagamento del 51% della Corporate (detentrice dell’80% delle quote azionarie del Calcio Foggia 1920) che di fatto comporta la gestione maggioritaria del Foggia. A queste infinite storie ora si aggiunge la questione tecnica legata all’esonero del DS Peppino Pavone a cui potrebbero far seguito le dimissioni del tecnico boemo. Tante le “incomprensioni” tra le parti che hanno visto “ingerenze” nell’area tecnica della Società e che di certo non hanno fatto piacere al duo Pavone-Zeman. Si parte dalla “vicenda Kragl” dapprima “preso” e poi mollato stante il non gradimento dell’area tecnica, per passare poi alla vicenda che ha visto coinvolto Alessio Curcio con la perdita della fascia di capitano, e roba di ieri la vicenda del calciatore marocchino Mastour presente in tribuna allo Zaccheria ma “rigettato” da Zeman in conferenza stampa definendolo un “obiettivo non suo”. In mezzo alle interminabili diatribe societarie tra i 3 attuali soci Pelusi, Canonico e Pintus anche un provvedimento aspramente criticato dall’Ordine dei Giornalisti e dai relativi Sindacati che vedeva il “non gradimento” della Società nei confronti di uno dei giornalisti storici e più rappresentativo del “pianeta Foggia” ovvero Pino Autunno tra l’altro già addetto stampa della stessa società foggiana in categorie più altisonanti nonchè scrittore ed autore di una vera e propria enciclopedia della storia del calcio foggiano pubblicata in tantissime copie. Finirà, non finirà questa storia infinita? Zeman cosa farà? Resta o lascia? E come la mettiamo con il calciomercato ancora aperto per una squadra bisognosa di almeno altri 2-3 tasselli importanti. Di certo non vorremmo essere nei panni di chi oggi guida il treno rossonero… Povero Foggia…