“Quanto basta”. La classica formuletta presente nelle ricette di cucina per indicare genericamente le dosi di sale, pepe o altro si adatta perfettamente a descrivere quanto Foggia ci sia voluto, in quantità e qualità, per avere ragione di una Viterbese per la verità non trascendentale ma comunque ostica e imbattuta da 4 turni consecutivi. I rossoneri conducono una gara al piccolo trotto, dando la netta sensazione di dover dosare le forze, sicuramente non molte in questo momento del torneo. Somma guida i suoi dalla panchina per la prima volta ma deve del resto fare i conti con gli stessi problemi che aveva il suo predecessore: della (pomposa) lista di 14 nomi che elenca le alternative a disposizione, infatti, a ben vedere ne sono realmente effettivi solo 5 (Nobile, Bjarkason, Odjer, Frigerio e Peralta, e solo questi ultimi tre entreranno in campo). Degli altri 9, 4 sono i Primavera aggregati (di cui uno, Agnelli jr., alla prima convocazione – a proposito, per la prima volta nella storia padre e figlio vestono la maglia rossonera in una gara ufficiale); altrettanti (Leo, Di Pasquale, Beretta, Vacca), tra infortuni e condizione fisica ancora lungi dal consentire un reale impiego, sono in realtà presenti solo per onor di firma; l’ultimo è… l’ineffabile Markic. A tirare la carretta sono dunque i soliti, coadiuvati da Kontek e Rutjens in difesa (ancora una prestazione positiva per loro, condita dal gol dello spagnolo), con Di Noia preferito a Frigerio e Iacoponi a Peralta nelle uniche due (consuete) rotazioni non obbligate dalle indisponibilità. Lopez, sulla panchina tuscia dal 18 gennaio scorso, ha cambiato il passo dei suoi: dopo i tre iniziali ko consecutivi in dieci giorni, ecco tre vittorie di fila (con l’inaspettabile scalpo del Catanzaro) e due pareggi. Uniche novità Pavlev, fermo nell’ultima gara per squalifica, come esterno destro, e Polidori a supporto di Marotta causa un Jallow non al meglio fisicamente.

LA PARTITA – In uno Zaccheria gremito aldisotto delle aspettative (nonostante la promozione per la gradinata e i proclami societari), i rossoneri bissano il successo col fanalino di coda andriese battendo anche la penultima grazie a un 2-0 firmato dal diciassettesimo realizzatore stagionale (Rutjens) e arrotondato dal settimo centro di Garattoni (che raggiunge Ogunseye in quota marcature). Ma i tre preziosi punti arrivano s0lo al termine di un match rimasto sostanzialmente in bilico fino alla fine, nonostante quasi un’intera frazione in superiorità numericaGara intensa agonisticamente, difese non perfette nei loro movimenti. Petermann sollecita Bisogno al 1′ ed al 9′ minuto ma il vantaggio arriva su azione da calcio d’angolo: Rutjens è bravo a uscire dai blocchi e deviare in rete di testa il corner battuto dal solito Costa. I laziali non si scompongono e provano a proporsi in avanti, trovando però difficoltà a trovare l’ultimo passaggio. Polidori al 36′ conclude di testa poco a lato della porta difesa da Thiam e a un soffio dal riposo un confuso Mastropietro prende la sua prima ammonizione per un fallaccio su Garattoni: fatto decisivo perchè la seconda sarà quasi immediata in avvio ripresa a causa del violento sgambetto su Petermann. Eppure in 10 uomini  la spinta offensiva gialloblu sembra paradossalmente aumentare, o più probabilmente è il Foggia, sempre più stanco, ad arretrare. L’ingresso di Peralta (Somma opererà appena tre cambi dopo l’unico fatto ad Andria nel recupero) per uno spento Iacoponi dovrebbe vivacizzare ma i rossoneri non centrano le scelte giuste in ripartenza. Lopez tenta invece la carta Barillà al posto di Ricci e passa alla difesa a 4 ma la squadra di casa copre bene e per i suoi trovare la via della conclusione resta un rebus, nonostante l’infaticabile movimento di Marotta. Sarà proprio l’esperto bomber dei tusci a far correre il rischio grosso ai satanelli quando all’89′ subirà un sospetto contatto in area da parte di Frigerio: il direttore di gara sorvola tra le proteste ospiti. Di lì a poco (92′) è Garattoni a chiudere la partita capitalizzando una buona azione costruita da Frigerio e da un Peralta finalmente efficace nel servire il compagno a centro area.  Lo Zaccheria, che nel frattempo ha appreso del rocambolesco pari del Pescara di Zeman con la Juve Stabia (in puro stile boemo), può finalmente festeggiare un terzo posto a lungo insperabile.

Giancarlo Pugliese

RIPRODUZIONE RISERVATA

[Foto: ph. Potito Chiummarulo / FoggiaCalcioMovie]

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FOGGIA-VITERBESE 2-0 / IL TABELLINO

RETI:  16′ Rutjens, 92′ Garattoni

FOGGIA (3-5-2): Thiam; Rutjens, Kontek, Rizzo; Garattoni, Di Noia (90’ Odjer), Petermann, Schenetti (79’ Frigerio), Costa; Iacoponi (62’ Peralta), Ogunseye. A disp.: Nobile, Pirrò, Vacca, Di Pasquale, Beretta, Agnelli, Leo, Bjarkason, Markic, Battimelli, Capogna. All.: Somma
VITERBESE (3-5-2): Bisogno; Monteagudo, Ricci (66’ Barillà), Riggio; Pavlev, Mungo (84’ Nesta), Megelaitis, Mastropietro, Devetak (84’ D’Uffizi); Polidori (78’ Jallow), Marotta. A disp.: Dekic, Rabiu, Mbaye, Marenco, Ingegneri, Montaperto. All.: Lopez

ARBITRO: Domenico Mirabella di Napoli, coadiuvato da Giovanni Pandolfo di Castelfranco Veneto, Simone Pistarelli di Fermo, IV uff. Antonio Savino di Torre Annunziata

AMMONITI: 38’ Mungo (V), 44’ Mastropietro (V), 67’ Rizzo (F)

ESPULSI: 48′ Mastropietro (V)

SPETTATORI: 6.000 circa con sparuta rappresentanza ospite

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