Il tecnico degli Spurs dopo il pari a Southampton: "Se siamo questi è inutile parlare di Champions League: non abbiamo lo spirito, qui nessuno vuole vincere. Così siamo da 10° posto, magari il 7° se ti va bene. Ma non ci sono abituato: sono arrabbiato"

Dal nostro corrispondente Davide Chinellato

Antonio Conte contro tutti. A Southampton, il tecnico si sfoga per quel 3-3 incassato al 93’ e attacca il suo Tottenham, i suoi giocatori, quella squadra che ha smesso di essere squadra, quella composta da "undici giocatori che giocano per loro stessi". "E i tifosi si meritano molto meglio di così" dice il tecnico italiano in uno sfogo che non fa che confermare che il suo futuro sia lontano da Londra, lontano da questi Spurs che non fanno i progressi che Antonio immaginava per diventare competitivi, per essere alla sua altezza e lottare per vincere.

"EGOISTI"

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Conte mette da parte le discussioni sul rigore contro al 93’ ("Per me non era rigore, ma se parliamo di quello nascondiamo quello che veramente non va") e affonda subito il colpo. "Se vuoi diventare una squadra forte, che gioca per vincere, devi metterci il desiderio, devi aiutare i compagni, avere il fuoco negli occhi e mostrarlo in ogni momento: io in campo vedo solo 11 giocatori che giocano per loro stessi - attacca Conte -. Sotto questo punto di vista siamo peggiorati rispetto alla scorsa stagione: se avessimo avuto questo fuoco dentro non saremmo usciti dalla FA Cup contro una squadra di Championship che ha fatto giocare i giovani, non avremmo perso oggi. Il club deve prendersi le sue responsabilità quando sbaglia il mercato. Ma i giocatori? In questo club è già successo in passato con altri allenatori questo atteggiamento: è ora che i giocatori si prendano le loro responsabilità, altrimenti non ha senso parlare di Europa e questa stagione non può che finire molto male".

ALIBI

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Conte respinge anche l’idea che l’incertezza sul suo contratto in scadenza a fine stagione e non ancora rinnovato contribuisca al calo del suo Tottenham. "Sono scuse, tutte scuse - attacca -: continuate a tirare fuori questo argomento e darete solo altri alibi ai giocatori. Ma siamo professionisti, il club ci paga tanti soldi. E per me è inaccettabile che i giocatori non mostrino senso di appartenenza, voglia di lottare per la squadra, voglia di lavorare per migliorare, anche dal punto di vista mentale. Per me tutto questo è inaccettabile perché è la prima volta in carriera che mi capita. Le mie squadre di solito sono molto stabili, questa invece quando va in campo è spaventata, convinta che tutto possa succedere soprattutto in negativo. È il momento di dire la verità, di dire le cose come stanno, di dire che qui al Tottenham non sono abituati a giocare per qualcosa di importante, che preferiscono giocare senza pressione. È già successo prima, ma per me è inaccettabile. E deve esserlo anche per i tifosi".

FINALE

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Conte non parla del suo futuro, ma mette nel mirino il finale di stagione, quello in cui il Tottenham dovrebbe combattere per l’Europa: "Combattere per cosa? Con questo spirito, questo impegno? Per cosa?! Se siamo questi è inutile parlare di Champions League: non abbiamo lo spirito, non siamo una squadra. Così siamo da 10° posto, magari il 7° se ti va bene. Ma a me così non va bene, io non ci sono abituato: sono arrabbiato, e penso che tutti debbano prendersi le loro responsabilità. Ma devono essere i giocatori a farlo, perché sono loro che devono cambiare la situazione se il Tottenham vuole veramente cambiare. Altrimenti possono continuare a cambiare allenatori, ma la situazione non cambierà".

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