Perché Gianni Pirazzini è considerata la Bandiera del Foggia? Perché è stato capitano dei rossoneri per dieci anni? Perché ancora oggi tutti i foggiani lo amano e lo chiamano “capitano”?
Domande interessanti, a cui lo scrittore Domenico Carella ha provato a dare risposte nel suo nuovo libro edito da Mitico Channel, un volume in cui analizza e la “Fenomenologia del Pira”. Già, perché quella di Gianni, capitano e bandiera del Foggia, è una storia “fenomenale”.
Un percorso che si snoda attraverso la crescita umana e professionale di Pirazzini, con l’analisi degli eventi che hanno contribuito a formarne il carattere da leader e la figura di emblema per la città di Foggia, non solo dal punto di vista sportivo. Come dice l’autore nel primo capitolo…
“Se sei un foggiano ed hai vissuto la tua adolescenza negli anni Settanta hai poche, ma incrollabili certezze. Soffri il vento gelido d’inverno, patisci il caldo torrido d’estate e ti identifichi in Gianni Pirazzini. C’è poco da fare. Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di vederlo giocare hanno negli occhi e nella mente la sua chioma bionda che svettava fiera più in alto di tutti per respingere il pallone che, minaccioso, si avvicinava all’area di rigore dei rossoneri. Non era sem-plicemente il libero, il difensore della squadra del Foggia, era il difensore di una comunità, il difensore dei loro sogni, delle loro ambizioni, delle speranze di rivalsa sociale affida-te a quel sogno chiamato calcio. Gianni Pirazzini si è fatto carico non solo dei suoi compagni, ma di un’intera città, che lo ha riconosciuto come emblema di forza, di sacrificio e di vittoria”.
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