Promessa del Bordeaux, ci vedevano un Desailly ma lui si ispirava a Rijkaard, passò da Udine e Monza, ma i suoi demoni stavano già avendo la meglio. E una mattina in un capannone alle porte di Parigi...

Lo trovano una mattina d’inverno, avvolto in una coperta. Sta rannicchiato, in posizione fetale. Rigido, immobile. Morto di freddo, di fame, di stenti. Il corpo giace in un vecchio magazzino in disuso a Val-d’Oise, nel distretto di Domont, a una ventina di chilometri da Parigi. Pensano sia un clochard, uno dei tanti che cercano temporaneo rifugio da quelle parti, in quei mesi in cui Parigi è attraversata da ondate di gelo terribili. Lo è, in effetti: è un senzatetto. È stato, però, anche un calciatore, un calciatore famoso.

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