Rino La Forgia
GRAZIE RAGAZZI!

Eravamo a pochissimi minuti dalla fine e i miei nipoti (Alessandro, Andrea e Viviana), poco più che bambini, si stavano precipitando in strada già pregustando il mescolarsi tra la gente, il veder sfrecciare auto con bandieroni e divertirsi con l’inevitabile bagno nella fontana. Non riuscii a trattenerli perchè il triplice fischio non c’era ancora e quei secondi sembravano ore.
Così che un tiro della Domenica, di uno sconosciuto (che tale è rimasto), ci fece ingoiare tutto e alla presenza di spettatori a bordo campo. Sono passati 15 anni e direi che il tempo, il risultato ottenuto ad Avellino e nelle modalità in cui abbiamo visto, possiamo ora dire che cancellano gli incubi di un certo Rivaldo Gonzales.
Mi rendo conto, leggendo qua e là, che ognuno ha vissuto la gara contro gli irpini in modo tutto proprio. Chi ha preferito guardare il Real Madrid in attesa di qualche urlo di gioia o di dolore, del vicinato, significativo a capire qualcosa. Chi ha voluto evitare la Rai (sia pur Rai Play) che normalmente non ci porta bene; ma soprattutto sono stati tanti quelli che avevano previsto il tutto. Mah, beati loro… Personalmente il mio approccio è stato stranamente molto sereno, tranne gli ultimi 5 minuti, poichè non potevo pretendere di più da questi ragazzi e soprattutto perchè erano veramente tante le cose contrarie al raggiungimento di una vittoria.
Un campo notoriamente ostico; una formazione che doveva far leva sul proprio orgoglio, specie dopo la sconfitta di qualche giorno prima allo Zaccheria; una tifoseria presente in massa chiamata a dare l’ennesimo apporto nonostante una stagione al di sotto delle aspettative (sbagliava di grosso chi prevedeva contestazioni dal primo all’ultimo minuto. Eppoi c’era il Foggia…); una gara presentata da Gautieri con l’elmetto ed al cospetto di due noti ex biancoverdi a sponsorizzare il tutto; un avversario con tanti big e in particolare con un Maniero castiga-Foggia. Il tutto sublimato da una squadra che l’avrebbe messa sul piano fisico (diciamo così per abbellire il tutto. Mi limito solo al parapiglia durante la partita tra gli atleti in fase di riscaldamento, all’entrataccia gratuita del portiere verso uno dei nostri e per finire agli ennesimi punti, che ahimè non fanno classifica, rifilati a Di Pasquale al termine della gara), e al cospetto di ragazzi capaci invece solo di giocare, meno di intimorire l’avversario o di particolari proteste. Avversari forti di due risultati su tre. Infine irpini che avrebbero dovuto surclassare i nostri, specie verso fine gara, dal punto di vista atletico, avendo avuto più giorni per riposare. Eppure…

LA GARA – E’ indubbio che non abbiamo dominato, che specie inizialmente non abbiamo sciorinato il nostro gioco, quasi offrendoci ad un avversario intenzionato a chiudere da subito la pratica, così che dopo il loro vantaggio (difesa distratta) gli irpini non si accontentavano. Ma è nella ripresa che man mano i nostri crescevano e prendevano consapevolezza di un Avellino man mano con le cannette d’ossigeno. Così che un Foggia cinico e non sprecone capitalizzava al massimo le poche azioni rilevanti (a parte i vari tentativi da fuori del solito Petermann). In sostanza, così come contro la Turris, un Foggia tutto cuore e con un pizzico di fortuna (un pò di pali qua e là subiti ed un arbitro all’altezza che non è caduto nella trappola di uno pseudo fallo di Rocca su Di Gaudio).
Fuori dal terreno di gioco, come non citare i nostri fantastici ragazzi delle due curve, così come, evitando qualsiasi tipo di polemica, non si capisce come mai ai ragazzi in campo non gli sia stata data la possibilità di un bagno di folla davanti al nostro stadio.
Il futuro prossimo?
Per conto mio se ero già contento prima di Avellino, figuriamoci ora. Innegabile però che se i ragazzi scendono in campo determinati, con l’attuale tenuta atletica e imponendo il loro gioco, con partita di andata e ritorno, non dico che la strada possa essere in discesa, ma come disse Confucio:…non succede, ma se…. F.F.

Rino La Forgia

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