Il 2 gennaio 1971 lo shock per le vittime dei drammatici incidenti durante il derby di Glasgow tra Rangers e Celtic. Che oggi si sfidano per la 422esima volta nel ricordo di chi non c'è più
A distanza di cinquant’anni, Ibrox ricorda le sue vittime in un Old Firm dal sapore unico. Rangers e Celtic danno vita oggi al 422° derby di Glasgow nello stesso giorno in cui, esattamente cinque decadi fa, il calcio britannico fu sconvolto da quella considerata la seconda più grande tragedia dopo la strage di Hillsborough nel 1989, che costò la vita a 96 persone. Quel 2 gennaio del 1971, sugli spalti di Ibrox gremiti da oltre 80 mila spettatori, l’euforia improvvisa per i concitati minuti finali del derby sfociarono in una fatale calca fuori controllo che provocò 66 morti e oltre 200 feriti. Per rendere omaggio alle vittime di quel tragico pomeriggio, sugli spalti di Ibrox sarà presente un posto a sedere con tutti i loro nomi.
La tragedia
—I ricordi e le testimonianze di chi quel 2 gennaio del ’71 è scampato alla tragedia costituiscono ancora oggi un pezzo importante della storia del calcio britannico. Le foto in bianco e nero dei cadaveri sugli spalti e dei soccorritori tramandano il dolore per quella ferita che, dopo cinquant’anni, brucia ancora. Sia per le dimensioni che per le cause scatenanti. Già, perché a innescare la miccia del disastro fu una sfortunata combinazione di circostanze. L’eccessivo affollamento sugli spalti, dove non era presente alcun posto a sedere, fece da detonante alla tragedia consumatasi nei minuti di recupero di un derby che fino all’89’ sembrava destinato a passare quasi inavvertito. Invece, il vantaggio del Celtic a un minuto dallo scadere e il successivo pareggio dei padroni di casa in pieno recupero scatenarono l’imponderabile. Centinaia di tifosi che avevano iniziato a lasciare l’impianto prima del fischio finale provarono a fare marcia indietro sull’onda emotiva delle reti che stavano infiammando gli ultimi istanti di gioco. La calca venutasi a creare nei tunnel e sulle rampe di accesso agli spalti in corrispondenza della famigerata Tribuna 13 generarono un imbottigliamento fatale. La maggior parte delle vittime, tra cui 31 minori, morì per soffocamento mentre i giocatori (ignari di quanto stesse accadendo) facevano rientro negli spogliatoi. Quegli stessi spogliatoi che pochi minuti dopo si sarebbero convertiti in una sorta di obitorio improvvisato per accogliere le 66 vittime.
Nuova vita
—Non fu l’unica tragedia verificatasi ad Ibrox, dove nel 1902 morirono 25 in circostanze simili. Ma quel drammatico pomeriggio del ’71 spinse le autorità a ridisegnare l’impianto secondo criteri e standard di sicurezza più adeguati. Il modello fu quello del Westfalenstadion di Dortmund e, prima di tutto, fu ridotta la capacità dell’impianto, da 80 mila a 44 mila spettatori con relativi posti a sedere. Successivamente, a metà anni ’90, la capienza fu aumentata fino ai circa 51 mila spettatori che può ospitare oggi. Quella che è la casa dei Rangers dal 1899 è considerata oggi un fiore all’occhiello del calcio britannico, sorto sulle ceneri di una tragedia che nemmeno le generazioni future potranno mai dimenticare.
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