Un autogol illude i padroni di casa ma finisce 2-1 il big match del Da Luz. Anche i prossimi avversari dell’Inter non sembrano al top

Il ruggito del drago ammutolisce il Da Luz e alza leggermente la tensione per il finale di stagione. Il Porto s’impone (1-2) contro ogni pronostico nel Clássico a Lisbona, battendo in rimonta il Benfica – prossimo avversario dell’Inter in Champions – e interrompendo la striscia dei rivali di dieci vittorie consecutive in Primeira Liga, di cui otto senza nemmeno subire gol.

Stavolta invece la squadra di Schmidt ne incassa due, con le firme di Uribe a fine primo tempo e di Taremi a inizio ripresa, per rispondere alla prodezza in apertura del solito Gonçalo Ramos rubricata come autorete. Questo risultato riduce le distanze in vetta: il Benfica resta primo in classifica ma adesso ha sette punti di vantaggio sul Porto con altrettante giornate da disputare.

LA PARTITA

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Senza Guedes e Draxler, Schmidt preferisce affidarsi ai suoi palleggiatori sulla trequarti con Joao Mario, Rafa Silva e Aursnes alle spalle di Ramos. Conceiçao recupera Pepe, il difensore portoghese, e schiera il canonico 4-4-2 con Taremi e l’altro Pepe, la punta brasiliana, in avanti. Dopo neanche due minuti, Antonio Silva si distingue in una chiusura decisiva su Taremi pronto a calciare in porta nel cuore dell’area. I ritmi sono immediatamente altissimi e gli scontri di gioco sono duri e frequenti; un’entrata fallosa di Uribe, ad esempio, costringe Bah ad abbandonare il campo a metà frazione. Prima di essere sostituito, tuttavia, riesce a lasciare il segno. Il piano partita delle due formazioni salta al 10’: proprio Bah scappa a destra e crossa, Ramos svetta su Pepe, la palla colpisce la traversa e poi Diogo Costa, entrando in porta. Tutto merito del Pistoleiro, formalmente però è autorete del portiere. Per mezzora il gioco non decolla, è la quiete prima di un finale movimentato. Pepe ricorda di non essere soltanto un veterano con un intervento da manuale su Ramos sotto porta, poco dopo tante proteste per la rete annullata a Manafa per un contatto correttamente ritenuto falloso fra Taremi e Vlachodimos. È il preludio al pareggio, che arriva allo scoccare del 45’. Manafa suggerisce in area per il brasiliano Pepe, che s’inventa una splendida sponda di petto in torsione per il destro chirurgico di Uribe. Nel lunghissimo recupero un altro gol annullato a Galeno, oltre l’ultimo difensore della linea del Benfica di soli sei centimetri.

LA RIPRESA

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La squadra di Schmidt perde progressivamente le distanze tra i reparti, in particolare tra difesa e centrocampo, e ne paga le conseguenze al 54’: su un lancio dalla difesa, Galeno intercetta la palla di testa, Pepe (l’attaccante) la accomoda e Taremi pesca l’angolino con un diagonale perfetto dal limite dell’area. Entrambi gli allenatori cambiano qualcosa, entrano Neres da un lato e Joao Mario ed Eustaquio nel Porto. Nemmeno l’ingresso dell’ex esterno dell’Ajax sortisce qualche effetto, anzi sono gli ospiti ad andare due volte vicino alla rete che chiuderebbe l’incontro. Al 62’ ci prova Otavio poco fuori area con un tiro a incrociare che termina a lato, al 73’ invece Taremi sciupa una situazione di tre contro uno davanti alla porta con un passaggio debole e impreciso. Se c’è da compattarsi, gli uomini di Conceiçao sono addestrati alla perfezione. Il Benfica crea l’unica situazione interessante a inizio recupero, quando un indisturbato Ramos, sorprendentemente, manca la deviazione da pochi metri. Simone Inzaghi prenda nota.

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