Senza il neoacquisto Gakpo, i Reds concedono troppo in difesa e restano a 4 punti dal 4° posto. Apre l'autogol di Konate, poi segnano Wissa, Oxlade-Chamberlain e Mbeumo
Il Brentford non fa sconti a nessuno. Dopo aver vinto in casa del City nell’ultima partita prima del Mondiale, aver anticipato la crisi del Tottenham a Santo Stefano e reso disperata la situazione del West Ham, la squadra di Thomas Frank affonda anche il Liverpool, piegato 3-1, e si candida al ruolo di sorpresa della stagione. I Reds avevano vinto le ultime 4 partite, ma al Gtech Stadium spengono la luce e perdono una grande occasione di continuare la loro rimonta Champions. Restano al sesto posto in classifica con 28 punti dopo 17 partite, mentre il Brentford sale al 7° con 26, avendo giocato 18 gare, nel gruppone che lotta per essere la prima delle altre e con più punti ad ora di Chelsea e Brighton (che però hanno al momento due partite in meno).
LE CHIAVI
—Aspettando Cody Gakpo, non ancora pronto al debutto, il Liverpool non trova mai la propria dimensione in campo, anche perché Salah conferma che in questa stagione fatica ad essere il solito fenomeno e Nunez evidenzia tutti i suoi problemi recenti in zona gol (è l’attaccante che meno trasforma le grandi occasioni in campionato). I Reds vanno sì sotto su autogol, ma soffrono così tanto le situazioni da corner da destra che da quella parte nascono i due gol cancellati dalla Var che il Brentford segna nel primo tempo e quello regolare che Wissa firma prima dell’intervallo. Il 3-1 di Mbeumo è il giusto premio per il migliore in campo. La difesa resta il tallone d’Achille del Liverpool, che concede un gol per la 7ª partita consecutiva. La reazione della ripresa è quello da cui ripartire, quando la Premier tra 10 giorni riprenderà dopo aver lasciato spazio il prossimo weekend alla FA Cup, ma il Liverpool ha bisogno di risultati che aumentino la fiducia per risalire e il Brentford non è esattamente il Manchester City. Le Bees però sono una squadra che conosce i propri limiti e riesce comunque a giocare benissimo: non si sente nemmeno l’assenza di Ivan Toney, la stella della squadra di Frank, che non recupera dallo spavento al ginocchio destro preso venerdì scorso nel derby col West Ham. Il Brentford è ben allenato, ben messo in campo, compatto col suo 3-5-2 che diventa quasi sempre una difesa a 5 e sta ottenendo risultati inattesi anche in questo sobborgo nella zona Ovest di Londra: quella col Liverpool è la 2ª vittoria di fila, il 6° risultato utile consecutivo per una squadra che ha perso solo una volta nelle ultime 9 uscite in campionato.
LA PARTITA
—Nunez sfiora il vantaggio Reds dopo 8’, impedito solo da Mee con un gran salvataggio sulla linea di porta, ma è il Brentford a sbloccare al 19’, con Konate che tocca alle spalle di Alisson un corner dalla destra di Mbeumo. Questa situazione, i corner da destra di Mbeumo, diventa una miniera d’oro per il Brentford, che segna al 26’ e al 39’ con Wissa a cui la Var nega due volte la gioia del gol. Non al 42’, quando l’attaccante che rimpiazza Toney anticipa di testa Alexander-Arnold e regala al Brentford un meritato 2-0 al riposo. Klopp lascia negli spogliatoi Van Dijk, Elliott e Tsimikas per provare a dare la scossa: la mossa funziona, perché al 48’ solo la Var cancella il gol di Nunez, mentre due minuti dopo è tutto regolare quando Oxlade-Chamberlain (in gol alla 100ª col Liverpool) di testa riapre il match. Il Brentford si riorganizza dietro, lascia sfogare i Reds e invece di subire il pari trova il 3-1, con Mbeumo che all’84’ vince di fisico il confronto con Konaté e chiude i conti.
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