Al Cholo basta un tiro dagli undici metri di Carrasco concesso grazie all’intervento del Var. Colchoneros adesso a soli tre punti dalla qualificazione matematica in Champions
Tabù infranto e tre punti dal sapore di Champions. Il derby di Madrid si tinge di rojiblanco dopo un digiuno di otto sfide e l’Atletico ipoteca il quarto posto in classifica portandosi a +6 sul Betis. Al Wanda Metropolitano, dove i colchoneros vincono il loro primo derby, decide un rigore di Carrasco in chiusura di primo tempo dopo l’intervento del Var. La squadra del Cholo legittima il successo con una prestazione di gran cuore, una valanga di occasioni sprecate e un legno nella ripresa. Blancos insidiosi solo negli ultimi minuti, ma ci pensa Oblak.
APPROCCI DIVERSI
—Simeone arriva al derby senza Joao Felix, Hermoso e Lemar, ma non rinuncia alla mossa a sorpresa scegliendo Correa e Cunha per guidare l’attacco, con Griezmann e Suarez inizialmente in panchina. Ancelotti invece ne approfitta per regalare minuti a chi finora ha avuto meno spazio e, allo stesso tempo, far riposare i cosiddetti irrinunciabili in vista della finale di Champions. I Blancos si presentano così con un trio offensivo inedito (composto da Asensio, Rodrygo e Jovic) e una difesa insolita (con Vallejo accanto a Militao e Nacho sulla sinistra), compresa la presenza di Lunin tra i pali. In tutto, sette cambi tra i titolari per Ancelotti, difatti la differenza si nota. Sarà anche perché la banda del Cholo scende in campo con la bava alla bocca, sta di fatto che i Colchoneros monopolizzano il gioco asfissiando i rivali con un pressing e un baricentro altissimi.
VAR AMICO
—L’Atletico inizia a prendere le misure dopo una manciata di minuti con un tiro dalla distanza di Kondogbia, poi via a una sorta di tiro a segno con Correa (diagonale fuori di un niente) e un Carrasco indemoniato che fa ammattire Lucas Vazquez. Il belga, di fatto, sfonda ad ogni iniziativa e va al tiro quattro volte mancando il bersaglio di un nulla. La spinta dei Colchoneros è tale da impedire al Madrid di uscire dalla propria metà campo, ma i padroni di casa tendono a perdersi negli ultimi 15 metri. Eppure, complice anche l’intervento del Var, il primo affondo di Cunha per vie centrali ripaga i rojiblancos di tutti gli sforzi: l’arbitro concede il rigore per un pestone di Vallejo sul brasiliano e Carrasco, di gran lunga il migliore in campo, s’incarica di firmare il meritato vantaggio con un destro che spiazza Lunin.
tiro a segno
—Pochi segnali invece dal Madrid, tanto da consentire a Oblak di andare al riposo con i guanti intonsi. L’Atletico concede una tregua agli ospiti a inizio ripresa, abbassando il ritmo per una decina di minuti. Poi, con un Griezmann in più al posto di Correa, torna a spingere per chiudere i conti. Tre buone occasioni costruite in sequenza da Griezmann e Carrasco convincono Ancelotti a chiamare in causa forze fresche e i Blancos trovano finalmente la chiave per rendersi pericolosi grazie alle scorribande di Vinicius e al destro di Valverde. Nel frattempo, è ancora l’Atletico a divorarsi il raddoppio con un sinistro di Cunha da posizione privilegiata, una girata di Griezmann fuori di un soffio e un tentativo di Carrasco che si stampa sul palo attraversando la linea di porta. Il risultato in bilico e gli ultimi assalti dei Blancos costringono la banda del Cholo a soffrire fino alla fine, ringraziando anche i riflessi di Oblak su un bolide di Valverde dalla distanza e una punizione di Asensio.
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