Anche i grandissimi campioni, i migliori di ogni tempo, sono stati bambini. Alcuni di loro non erano ancora i fenomeni che sarebbero diventati, ma per altri un talento fuori dal comune era abbastanza evidente sin dai primi anni. A Rosario, per esempio, a metà degli anni Novanta già in molti conoscevano il nome di Lionel Messi. Girava voce che ci fosse un ragazzino destinato a fare la storia del calcio argentino, un possibile erede di Maradona. Certo, il passato dimostra che l’etichetta di “nuovo Diego” da quelle parti si dà con un po’ troppa leggerezza, ma su Messi non si sbagliava nessuno. Eppure, il fatto di aver lasciato l’Argentina a poco più di dieci anni rendeva la Pulce quasi sconosciuta nel resto del paese.
VIDEO – A dimostrarlo c’è un aneddoto raccontato sul libro “Messi, un genio incompleto”, a cura del giornalista Ariel Senosian, che raccoglie parecchie storie che riguardano il numero 10 del Barcellona e dell’Albiceleste. Come quella che descrive il primo impatto di Marcelo Bielsa con la Pulce. E dire che essendo entrambi di Rosario, forse El Loco avrebbe dovuto sapere chi fosse quel ragazzino dai numeri eccezionali. Ma quando il suo assistente Claudio Vivas mostra all’allora CT dell’Argentina alcuni video di Messi con le giovanili del Barça, il commento del tecnico è spiazzante. “Sì, ma fammelo vedere a velocità normale”. Dimostrazione che persino Bielsa non poteva credere alla capacità di Leo di giocare a velocità supersonica.
UNDER-17 – E ci vuole la conferma di Vivas per convincere il Loco. “Marcelo, è già a velocità normale, gioca così veloce di suo”. Una sorpresa assoluta per il CT, ma anche per tutti gli altri, considerando che anche il selezionatore dell’under-17 Tocalli non ha idea di chi sia quel ragazzino. Al punto che per saperne di più chiede informazioni agli argentini di stanza in Spagna come Saviola, che hanno sentito parlare di questo Messi ma non lo hanno mai visto giocare. Risultato, Tocalli non se la sente di convocarlo per i mondiali under-17 in Finlandia nel 2003. E quando il torneo l’Argentina lo finisce al terzo posto, il CT non può che…autoaccusarsi: “Sono un cretino, un cretino. Ma non c’è neanche nessuno che mi aiuta, come è possibile che di uno così mi debbano avvisare dall’estero?”. Ma del resto, tutto è possibile, quando si parla di Leo Messi…