Accusato di irregolarità amministrative, è stato fermato nell’intervallo della sfida tra Bolivia ed Ecuador. E’ l’ultimo capitolo della lotta all’interno della federazione iniziata dopo il decesso dell’ex numero uno Cesar Salinas, stroncato a luglio dal Covid
Scena insolita sugli spalti dello stadio Hernando Siles di La Paz, dove il presidente della federazione boliviana è finito in manette. Lo scenario della sfida tra Bolivia ed Ecuador, in campo nella notte per la terza giornata di qualificazioni mondiali, è stato il capolinea per Marco Rodriguez, arrestato su ordine della magistratura con l’accusa di irregolarità amministrative. L’intervento delle forze dell’ordine, che hanno prelevato Rodriguez mentre assisteva alla sfida dal suo palco privato, è solo l’ultimo capitolo di una feroce lotta intestina in seno alla federazione iniziata dopo il decesso dell’ex numero uno federale, Cesar Salinas, stroncato a luglio dal Covid.
Accuse incrociate
—Rodriguez, ex vice presidente di Salinas, era stato designato dal comitato direttivo per dare continuità al progetto. Ma a detta di Robert Blanco, rivale numero uno di Rodriguez, l’insediamento sarebbe stato viziato da irregolarità e violazioni dello statuto federale. Accuse ritenute fondate dalla Corte Costituzionale, che ha così sentenziato l’arresto di Rodriguez. L’ex dirigente finito in manette ha denunciato a sua volta il colpo di mano di Blanco, criticando inoltre l’intervento della giustizia ordinaria in violazione dei principi stabiliti dalla Fifa. Ma la vicenda non è di certo chiusa.
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