La risposta dell’allenatore del Barcellona al centrocampista ex Juve, che aveva detto di essere stato trattato come un quindicenne in blaugrana

Non è stata Juve, è stato un altro bianconero, quello del Besiktas. Ma di certo non avrebbe più potuto essere il Barcellona il futuro di Miralem Pjanic, e si è capito subito perché: arrivato a Istanbul il bosniaco ha detto di essere stato trattato come un quindicenne dal tecnico Ronald Koeman. Che in queste ore ha risposto: "C’è un po’ di frustrazione e lo capisco", ha detto l’allenatore del Barcellona. "Ma il nostro modo di giocare, la nostra idea di gioco con e senza palla, hanno fatto sì che perdesse il duello con gli altri centrocampisti. Gli auguro il meglio, basta. È stato complicato, ci abbiamo provato e abbiamo visto che ci sono altri giocatori migliori di lui".

L’antefatto

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"Koeman mi ha mancato di rispetto e non mi ha mai parlato, aveva detto Pjanic nelle sue prime parole da giocatore del Besiktas . Sono un giocatore che può accettare tutto ma vorrei sempre che mi venisse spiegato… e non come se avessi 15 anni". E ancora: "Oggi non so ancora cosa volesse esattamente Koeman, non ha cercato di spiegarmi le cose, né di trovare una soluzione. Ero io che stavo per chiedergli cosa voleva da me, cosa stavo facendo di sbagliato o giusto". Sulla mancanza di comunicazione: "Per lui non c’erano problemi nel mio gioco, non mi ha dato risposte. Il tempo passava e la situazione stava peggiorando, ma senza motivo". È finita nel modo peggiore.

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