Il difensore senegalese ha commentato le parole del presidente del Napoli durante la sua presentazione con il Chelsea: “La squadra senza africani? È un suo diritto pensarlo, ma non è giusto parlare così”

dal nostro corrispondente Davide Chinellato @dchinellato

“Mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli”. Non smette quasi mai di sorridere Kalidou Koulibaly durante la conferenza stampa di presentazione da nuovo giocatore del Chelsea. La Premier League era il suo sogno, quello che ha accarezzato a lungo, da ben prima che il fratello Abdullah gli facesse vedere le partite dei Blues di cui è tifosissimo. Ora l’ha realizzato, firmando un contratto per quattro anni con i londinesi, che l’hanno reso il secondo acquisto della nuova era. Non smette di sorridere il nuovo pilastro della difesa di Tuchel, quando pensa al debutto di sabato contro l’Everton o alle sfide che lo aspettano. Smette solo per un momento: quando deve rispondere alle esternazioni di Aurelio De Laurentiis.

Rispetto

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Il patron del Napoli ieri ha dichiarato che non avrebbe più comprato giocatori africani, stanco delle loro assenze per la Coppa d’Africa. Koulibaly, capitano del Senegal, ci pensa un po’ prima di rispondere. “Dipende da lui se vuole o no comprare altri giocatori africani - attacca -. Per me, la cosa principale è il rispetto, e se quella è la sua opinione io la rispetto. Quando giocavo a Napoli rappresentavo anche il Senegal: sono sicuro che sia stata dura per la squadra quando siamo andati in Coppa d’Africa, ma serve rispetto anche per le nazionali africane, e come capitano del Senegal penso non sia giusto parlare così di una nazionale africana. Rispetto quello che pensa: se crede che la sua squadra possa andare avanti senza calciatori africani è un suo diritto. Ma so per certo che a Napoli ci sono tante persone che non la pensano come lui. Prendo queste parole come una sua opinione, non come quello che pensano la città o la stessa società”. In precedenza, Koulibaly aveva avuto solo parole d’elogio per Napoli e la sua esperienza al Napoli, raccontando di non aver mai pensato prima ad andarsene perché “la squadra non era pronta a lasciarmi andare, e io sono uno che ha rispetto per il proprietario, il team e i tifosi e non ho mai chiesto di andarmene”. Anche se adesso era arrivato il momento giusto.

Il 26 del Chelsea

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La nuova casa di Koulibaly è quella Londra che non vede l’ora di esplorare con la sua famiglia, così diversa da Napoli dove “parlavo di calcio anche con gli altri genitori quando accompagnavo i miei figli a scuola”. La sua nuova squadra è Stamford Bridge e il Chelsea a cui vuole “dare tutto quello che ho per dimostrare che hanno fatto la scelta giusta”. E la maglia numero 26, la stessa che aveva al Napoli, che ha chiesto il permesso di poter indossare alla leggenda John Terry, l’ultimo dei Blues ad averla scelta prima di lui. “Quando mi hanno detto che numeri c’erano liberi non l’hanno menzionato - racconta -. Ho chiesto del 26, mi hanno detto che nessuno l’aveva più portato dopo Terry. Allora ho chiesto a Gianfranco Zola se poteva mettermi in contatto con lui, perché so quello che ha fatto per questo club e volevo chiedergli il permesso. Quando l’ho chiamato pensava fosse uno scherzo telefonico: ho dovuto farlo parlare col team manager perché si convincesse che ero davvero io. Sono felice che mi abbia dato la sua benedizione”.

Unico

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Koulibaly ci tiene a chiarire una cosa: non è il nuovo Terry o il nuovo Rudiger, il centrale che viene a sostituire nello scacchiere di Tuchel. “Non sono Antonio, se la gente pensa questo si sbaglia. Io ho un altro stile, un altro modo di giocare e di pensare il calcio. Sono Koulibaly, non sono Rudiger”. Di sicuro l’ex pilastro della difesa del Napoli avrà bisogno di un periodo di adattamento: “Qui si gioca in modo diverso rispetto alla Serie A, in modo molto più veloce - spiega -: dovrò imparare a pensare più in fretta, a muovermi più in fretta. Avrò bisogno di tempo, ma sono convinto che riuscirò a dimostrare di valere la Premier League, a provare che il club ha fatto la scelta giusta quando ha deciso di puntare su di me”. Koulibaly è pronto alla sfida.

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