Dalla casacca di Baggio, nella finale a Usa 94, fino a Platini nella Juventus campione d'Europa. Tante "nostre" reliquie nel nuovo museo nella capitale spagnola.
Una collezione unica, storica, incredibile. Con tanta Italia. Perché il calcio nostrano ha scritto pagine memorabili e di conseguenza è fortemente rappresentato nella enciclopedia sartoriale compilata da Marcelo Ordas negli ultimi 32 anni. Tutto iniziò con un regalo: Claudio Caniggia diede al connazionale Ordas la maglia con la quale aveva giocato, vinto e segnato contro il Brasile il 24 giugno 1990 al Delle Alpi di Torino.
oltre 5000 pezzi
—"Ventisette anni dopo, nel 2017, ho completato la collezione quando sono riuscito a prendere la maglia dell’Egitto che nel 1957 vinse la prima Coppa d’Africa", racconta Marcelo Ordas, che ci ha accolto nel suo showroom madrileno (a due passi dall’ambasciata italiana) per mostrarci in anteprima una collezione che ha appena trovato casa: tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 "Legends" avrà il suo museo, nel centro della capitale spagnola. Un palazzo di sette piani con ristorante e grandi spazi interattivi dedicati a esperienze immersive e metaverso alla Puerta del Sol. Ordas in questi 32 anni ha raccolto oltre 5000 pezzi, e a Madrid ne saranno esposti circa 600.
tesoro inestimabile
—Cosa intende quando parla di collezione completata? "Avere una maglia, non sempre della finale, ma comunque usata nel torneo, di campioni e finalisti di tutti le grandi competizioni calcistiche del mondo. E quindi Mondiali, Europei, Copa America, Coppe d’Asia e d’Africa, Champions League e le altre competizioni europee, Libertadores e le altre competizioni sudamericane. E poi tutti i palloni dei Mondiali, tante scarpe usate ai Mondiali e tutte le medaglie olimpiche del calcio, dal 1908". Un tesoro inestimabile, tutti pezzi unici, certificati di fronte al notaio, che Ordas ora gestisce con le grandi istituzioni del calcio mondiale.
l'idea
—"Era quella di salvaguardare la storia dello sport più amato del mondo, una storia fatta di passione, trasporto ed emozioni uniche, e farlo attraverso quelle che Alfredo Di Stefano chiamava 'las armaduras', le armature, le maglie di questi eroi. Vogliamo che la gente 'senta' questa collezione, che ne sia toccata emozionalmente". Beh, l’obiettivo è raggiunto.
la casa
—"Una volta completata la collezione abbiamo iniziato a cercarle casa – dice ancora il collezionista argentino –. Io inizialmente volevo che fosse nella mia Buenos Aires. Il governo cinese mi ha invitato a Shangai, e così ha fatto l’emiro del Qatar. Papa Francesco mi ha messo in contatto con i gestori dello stadio Olimpico, ma a Roma ho percepito diciamo un eccesso di burocrazia. Sono stato a Londra, a Parigi, a Barcellona, ma alla fine ho scelto Madrid, perché era la città di mio nonno e perché lo ritengo il luogo ideale per tradizione e passione calcistica".
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