Essere un grande allenatore significa parecchie cose. Imporsi sugli avversari con lo stile oppure sconfiggere chi si ha di fronte attraverso uno spirito indomito. Ma anche conoscere a menadito le regole del gioco...e sfruttarle!
Essere un grande allenatore significa parecchie cose. Dare un gioco alla propria squadra e imporsi sugli avversari con lo stile. Oppure motivare i calciatori e sconfiggere chi si ha di fronte attraverso uno spirito indomito. Ma ci sono anche altri modi per dimostrare la propria grandezza. Uno dei quali è conoscere a menadito le regole, perchè si sa, fatta la legge, trovato l'inganno. E chi pensa che Josè Mourinho, 59 anni oggi, sia uno di quelli che si spulcia il regolamento per trovare cavilli favorevoli alla sua squadra, beh, ha capito benissimo. Lo ha spiegato qualche tempo fa John Terry al Times, raccontando di quanto il tecnico portoghese, attuale allenatore della Roma, sia stato importante per la sua crescita come allenatore e come giocatore.
ESEMPIO - Del resto, lo Special One guida con l'esempio: è sempre il primo ad arrivare al centro sportivo e l'ultimo ad andare via. Un vero e proprio modello, come conferma l'ex capitano dei Blues, che se ha deciso di darsi alla panchina è anche grazie a un maestro come Mou. "José al Chelsea alle 8 di mattina era già in campo, sistemando i birilli, mettendo a posto i palloni, sincerandosi che ci fosse da bere e che i fratini fossero messi a posto. Mi appuntavo quello che diceva nelle riunioni, quello che faceva in allenamento. Ho imparato tantissimo da lui. Ci sono molte piccole cose che si possono apprendere, lavorando con un top manager come Mou". Anche cose che probabilmente molti colleghi non sanno, come un metodo per...congelare la partita che solo un genio come Mourinho poteva concepire.
REGOLA - "Diceva sempre a me e a Cahill che quando mancavano cinque minuti e stavamo vincendo, quando arrivava un cross in area di rigore dovevamo andare tutti e due a colpire di testa e poi rimanere entrambi giù. 'Se andate giù tutti e due non possono farvi uscire dal campo'. Io e Gary non avevamo idea che questa regola esistesse. Quindi a un certo punto arriva un cross, noi andiamo a colpire di testa e finiamo entrambi a terra. L'arbitro fischia, io chiedo a Gary se sta bene e quando mi dice di sì gli dico di rimanere giù. L'arbitro arriva e ci fa 'ragazzi, dovete andare entrambi fuori'. E noi 'no, non è vero, lo dicono le regole'. L'arbitro ci pensa e dice 'è vero, avete ragione'. Questo è per spiegare quanto ne sappia Mourinho. Era un modo per perdere tempo, una cosa che può farti vincere o perdere le partite". E di partite, Mou ne ha vinte parecchie...
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