L’idea è conquistare con le stelle milioni di tifosi. L'investimento e lo sforzo economico, la pianificazione, l’idea di sviluppo poggiano su basi molto solide

Dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci

La Cina sembra lontana, molto lontana. La Saudi Pro League è all’anno 1, d’accordo, difficile prevedere come finirà questa scalata al Top 10 dei campionati del mondo, però la partenza è incredibile e non sembra davvero possibile paragonare quanto stanno facendo tra Riad e Gedda e quanto fecero nel Paese asiatico. 

Otto anni fa

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In Cina nel 2015 pubblicarono un piano di conquista del calcio in 50 punti. La crisi economica e la pandemia hanno fatto deragliare il progetto in maniera incredibilmente rapida, e oggi, a 8 anni dalla pubblicazione del libretto rosso del football, il calcio cinese è tornato periferico.

proiezione

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Non possiamo assicurare ora che la Spl non farà la stessa fine, no. Però l’investimento e lo sforzo economico, la pianificazione, l’idea di sviluppo poggiano su basi apparentemente molto solide. A guidare il sistema operativo della Saudi Pro League è stato chiamato Carlo Nohra, manager di grande esperienza, e poco dopo ad affiancarlo è arrivato il nigeriano Michael Emenalo, anni di esperienza nel Chelsea di Roman Abramovich. Questo a livello dirigenziale.

economia

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In campo economico c’è stato l’intervento del Saudi Arabia Public Investment Fund, il famoso Pif che dopo aver preso il controllo dell’80% del Newcastle in Premier League ha deciso di investire nei 4 grandi club della Spl, Al Hilal e Al Nassr a Riad, Al Ittihad e Al Ahli a Gedda. È il quartetto che guida la lista della spesa: è partito l’Al Nassr con l’acquisto di Cristiano Ronaldo, ora affiancato da Brozovic, Alex Telles, vincitore dell’Europa League, e Seko Fofana, ex Udinese ancora 28enne. L’Al Hilal ha puntato su Milinkovc Savic, 28 anni anche lui e in grande spolvero, e poi Koulibaly e Ruben Neves che di anni ne ha solo 26. Ha provato il colpaccio con Mbappé e sta tornando comunque da Parigi con un nazionale italiano: Marco Verratti, trentenne ancora nel pieno della sua carriera. Il neopromosso Al Ahli ha convinto Edouard Mendy, vincitore della Champions due anni fa, Firmino, Saint Maximin, e forse Mahrez. L’Al Ittihad ha preso Benzema, Ngolo Kante e Jota. Qualche veterano di gran nome e giocatori in piena attività.

Organizzazione

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 E poi c’è l’organizzazione. L’Arabia Saudita ha iniziato ospitando le Supercoppe nazionali di Spagna e Italia come avevano fatto in Cina, ma quest’anno nel Paese sbarca per la prima volta il Mondiale per Club e nel 2027 arriverà la prima storica Coppa d’Asia, con tre stadi nuovi e 4 modernizzati. La conquista del Mondiale del 2030 è in salita ma gli sforzi raddoppieranno per l’edizione del 2034. E alla Spl lavorano per piazzare i diritti televisivi del torneo nel mondo. Inizialmente a prezzo stracciato, poi si vedrà. Perché l’obiettivo dichiarato è quello di far entrare la Saudi Pro League nell’élite del calcio globale. La conquista della visibilità sarà complicata ma tra i milioni di follower del calcio non c’è solo l’Europa, e in Arabia lo sanno. La conquista della vetta dell’audience mondiale può passare anche da vie meno conosciute. Per ora arrivano i giocatori, ma l’impressione è che possano trascinare con sé verso il successo anche i club e il campionato. La Cina non ha mai avuto un progetto tanto ampio.

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