In tutto il mondo gli appassionati di calcio lo conoscono come “la Bestia”. Adebayo Akinfenwa, centravanti del Wycombe Wanderers, è una celebrità del pallone inglese, pur non avendo mai giocato neanche un singolo minuto in Premier League. Per lui parla da solo un fisico davvero imponente: oltre 100 chili, che dentro l’area di rigore spesso e volentieri lo rendono immarcabile. Ma anche un fardello abbastanza pesante per il proprio fisico, che deve sorreggere una struttura simile per 90 minuti di gioco. Dunque, non sorprende poi troppo che il bomber, che a maggio compirà 39 anni, sia costretto a soffrire parecchio per continuare a giocare. Ma come spiega in alcune dichiarazioni riportate da AS, ha un ottimo motivo…

SOLDI – “Devo curarmi il ginocchio per ogni partita e a volte, il giorno dopo aver giocato, penso di volermi ritirare. Vorrei giocare fino a 40 anni, il che significa che dovrò essere in campo un’altra stagione, ma deciderò alla fine di questa se farlo o no. L’altro giorno ero sulla cyclette a farmi domande e pensavo ‘tutto questo mi sta uccidendo’, ma tutti quanti al mondo hanno uno scopo. E a farmi andare avanti è la paura di non poter dare da mangiare ai miei figli. Se vincessi alla lotteria, sicuramente me ne andrei in spiaggia. Ma devo continuare a fare quello che faccio”. Akinfenwa ci tiene a sfatare un mito: non tutti i calciatori sono ricchi, anzi… “C’è una percezione secondo cui se sei stato un calciatore professionista per alcuni anni, hai una stabilità finanziaria. Ma la realtà è che non è assolutamente così. Una percentuale molto piccola di calciatori guadagna tantissimi soldi e quando ha 35 anni già non dovrà mai più lavorare in vita sua. Mentre i calciatori delle divisioni inferiori semplicemente vanno di contratto in contratto”.

FUTURO – Paradossalmente, però, più che i gol in campo a garantirgli il futuro potrebbe essere la televisione. Akinfenwa è una celebrità, spesso e volentieri le sue interviste diventano virali e l’impressione è che non ci vorrà molto, una volta appesi gli scarpini al chiodo, per vederlo davanti alla telecamera. E infatti lui stesso conferma. “Ho alcuni progetti sia con Netflix che con Amazon. Non credo che la panchina sia il posto giusto per me, ma mi piace il ruolo del mentore che si può avere in questo sport e che molte volte non viene preso in considerazione”. Del resto, lui può benissimo spiegare come le motivazioni possano spingere a imprese inattese. “La gente mi diceva che ero troppo grosso per fare il calciatore professionista e invece sono qui, a 38 anni, dopo vent’anni da giocatore e avendo segnato più di 200 gol”. Difficile (e anche abbastanza sconsigliato) dargli torto…

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