Seconda sconfitta di fila per i padroni di casa, in ansia per Cavani uscito per infortunio. Xavi rialza la testa dopo la sconfitta con il Bayern Monaco, costata l'eliminazione dalla Champions
Doveva essere la partita della svolta, per entrambe, ma lo è soltanto per il Barcellona. Lewandowski indossa la solita divisa da hombre del partido, in pieno recupero spegne l’entusiasmo del Mestalla e affonda il Valencia di Gennaro Gattuso, che deve fare i conti sia con la seconda sconfitta di fila che allunga la striscia di partite senza vittoria (quattro) sia con l’infortunio di Cavani. Nel complesso, risultato meritato per i catalani, decisamente più pericolosi anche se molto approssimativi nella conclusione. Xavi in ogni caso si tiene stretto il risultato, per cominciare a dissolvere nell’immediato la delusione dell’eliminazione ai gironi in Champions; per gli altri aggiustamenti ci sarà tempo.
atmosfera
—Il clima è rovente, lo stadio è gremito in ogni ordine di posto e con circa 45 mila presenze fa segnare il record di affluenza nel periodo post Covid. Gattuso recupera Comert al centro della difesa e ripropone Foulquier – un esterno basso di ruolo – sulla linea dei tre mediani, con il solito Cavani a guidare l’attacco. Xavi risponde con il tridente composto da Ansu Fati, Lewandowski e Dembelé; in campo anche Jordi Alba, grande ex della sfida, dal primo minuto. A proposito di giocatori che hanno vestito entrambe le maglie, prima del via sorrisi e applausi per omaggiare David Villa, che consegna la maglia celebrativa al capitano del Valencia Gaya per le 300 presenze e batte simbolicamente il calcio d’inizio. Un tributo che era originariamente previsto per il 29 febbraio 2020 e che lo scoppio della pandemia ha costretto a rinviare.
il primo tempo
—Fin da subito, è chiaro come le squadre costruiscano il gioco in modo diverso. Il Barcellona sfrutta anche la tecnica nei lanci lunghi di Ter Stegen quando la pressione diventa troppo asfissiante, il Valencia resta più ancorato alla partenza dal basso. Al 3’ però un passaggio sciagurato di Mamardashvili favorisce De Jong, l’olandese cede ad Ansu Fati che non è lesto nel crearsi lo spazio per concludere e viene chiuso tempestivamente da Paulista e Correia. Dieci minuti più tardi, la migliore occasione della partita per i catalani: Pedri premia il taglio di Ansu Fati, che opta per lo scavino ma il portiere georgiano ci mette la faccia, letteralmente, per respingere il tiro in uscita. Al 18’ Gattuso perde Edinson Cavani, alle prese con i soliti acciacchi alla caviglia. L’uruguaiano aveva già mostrato qualche fastidio, togliendosi una fasciatura a bordocampo poco prima; al suo posto Marcos Andre. Nella seconda parte cresce la squadra di Xavi. Ansu Fati si vede annullare una rete per la sua partenza in fuorigioco sul tocco di Lewandowski (23’), mentre il polacco accarezza l’idea di segnare sul salvataggio provvidenziale di Gaya (36’) e soprattutto quando colpisce il palo con uno stacco imponente al 43’. Sul finire della frazione storie tese tra Andre e Balde, da segnalare anche un colpo di testa pericoloso di Paulista su calcio d’angolo e l’uscita per infortunio di Eric Garcia per Marcos Alonso, che si piazza al centro della linea a quattro.
la ripresa
—Al rientro dagli spogliatoi si registra un Valencia decisamente più convincente. Lo conferma il fatto che al 50’ sembra passare in vantaggio: sul traversone apparentemente innocuo di Correia, Andre buca la deviazione e sul secondo palo spunta Lino che infila Ter Stegen. Tuttavia, l’attaccante centrale ha sfiorato il pallone con la mano, cosa che non sfugge al Var: rete annullata, dunque, dopo la on-field review dell’arbitro. Poco dopo, Ansu Fati non inquadra la porta alla fine di una buona accelerazione sulla sinistra. È l’ultima giocata di uno dei più propositivi in casa Barça: Xavi toglie lui, Dembelé e Busquets e inserisce Torres, Gavi e Raphinha alla ricerca della scossa. Effettivamente, cambiando le ali, qualcosa ne guadagna in vivacità. Forse gli ospiti troverebbero anche il vantaggio al 66’, se non fosse per un altro intervento miracoloso di Gaya che anticipa Raphinha pronto ad appoggiare in rete. Altri infortuni costringono i due allenatori a ricorrere ai cambi, con Kounde e Correia che abbandonano il campo prematuramente per problemi fisici. All’83’ Lewandowski riceve in area, non si fida del sinistro ma il rientro sul destro è difettoso e la conclusione è sbilenca. Un giro di lancette e l’ex Bayern si fa perdonare servendo una palla soltanto da spingere in porta a Ferran Torres, che liscia clamorosamente, con Raphinha che non riesce nel tap-in. Proprio quando il pareggio sembra l’unico esito plausibile, Lewandowski ammutolisce il Mestalla. Al terzo dei sei minuti di recupero, Raphinha crossa al centro, inspiegabilmente la marcatura sul polacco è morbida e l’ex Bayern sigla in spaccata il gol che vale tre punti e dissolve almeno in parte la negatività dell’ultimo periodo. La delusione tra i giocatori del Valencia dilaga, il finale è incandescente per uno spintone di Foulquier all’uomo che ha deciso l’incontro. Gli ultimi secondi sono soltanto baruffa, la svolta è in direzione Barcellona.
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