Segna con regolarità impressionante: “quando succede, mi sento come un bambino tra i dolciumi”. A noi, però, il “9” del Bayern ha svelato il suo volto più umano, debolezze di ieri e oggi comprese. Come le figlie, le sole capaci di distrarlo dalla sua ossessione

Avete presente il Robert Lewandowski calciatore, l’essenzialità fatta centravanti, un tocco-un gol senza fronzoli e ghirigori, al contrario asciutto, secco, implacabile? Bene: dimenticatelo. Sia pure via Teams, sia pure a distanza ben più che di sicurezza – lui in Germania, noi in Italia – il centravanti mostra un profilo inedito di sé, rilassato dopo il settimo campionato di fila vinto col suo Bayern Monaco e nonostante sia in procinto di abdicare al trono di campione d’Europa che Chelsea e Manchester City si disputeranno nella finale di Champions League giusto tra una settimana.

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