Il bomber polacco del Barcellona tra attualità, tifosi e allenatori.
In un'intervista esclusiva a Martín Ainstein per 'Diarios de Biciclet' ripresa da ESPN, Robert Lewandowski, attaccante della Polonia e del Barcellona, ha avuto modo di parlare dell'attualità del calcio con riferimento alla sua esperienza in blaugrana ma anche agli allenatori avuti in carriera. Non solo. Importante passaggio sui tifosi e su come alcuni di loro vedano i calcaitori.
Dopo aver spiegato di voler giocare ancora per alcuni anni e che l'età è solo un numero, Lewandowski si è soffermato su una visione generica che, spesso, le persone e i tifosi hanno dei calciatori.
RIFLESSIONE - "A volte le persone dimenticano che siamo umani e pensano che siamo la macchina, dei robot, che non possiamo avere cattivi sentimenti o essere di cattivo umore", ha detto il polacco sottolineando come questa cosa dia fastidio. "Onestamente non mi aspetto che tutte le persone sappiano e capiscano questa cosa. Ma davvero, ci sono persone che credono davvero che noi siamo solo un prodotto, che passiamo dall'allenamento alla partita e non facciamo altro. No, non è così. Io ho una vita".
ALLENATORI - Nel corso dell'intervista, il centravanti ha avuto modo di parlare anche degli allenatori avuti in carriera soffermandosi su Klopp ritenuto "come un padre che ti sostiene tutto il tempo", ma anche su Guardiola che "ha cambiato la mia idea di calcio", e su Ancelotti sul quale Lewandowski ha detto: "Mi ha dato fiducia, mi ha dato quello che, forse, mi mancava a livello di fiducia".
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