A inizio millennio il centrocampista inglese sembra l'ennesimo prodotto d'eccellenza delle giovanili dei Red Devils. Dentro di sè, però, il classe 1980 nasconde un segreto che gli sta rovinando la vita...
Anno di grazia 2001, Luke Chadwick è un calciatore del Manchester United. A 21 anni ancora da compiere, il centrocampista inglese ha vinto il titolo di Premier League, giocando ben 16 partite e segnando due reti. Chadwick sembra l'ennesimo prodotto d'eccellenza delle giovanili dei Red Devils e Sir Alex Ferguson gli dà abbastanza fiducia. Dentro di sè, però, il classe 1980 nasconde un segreto che gli sta rovinando la vita. Il suo aspetto fisico, in particolare una dentatura un po' troppo sporgente, ha trasformato il paradiso in un inferno.
ANSIA - Lo ha raccontato lui stesso in una lunga intervista a Sportbible. Una situazione che ha influito molto sulla sua salute mentale. "Mi prendevano in giro solamente per il mio aspetto. Era tremendo e mi faceva sentire male con me stesso. La gente mi diceva che ero brutto e che mi sporgevano i denti. Sembrava che tutti non facessero altro che ridere di me. E non era come quando qualcuno ti prende in giro e tu rispondi scherzando". Chadwick la vive molto male, al punto di chiudersi in casa per evitare il contatto con gli altri. "Questo fattore ha giocato un ruolo importante su come sono stato percepito come calciatore. Non volevo essere ricordato solo come quello dall'aspetto diverso. Ed è anche il motivo per cui non uscivo molto. Soffrivo di ansia. Ero imbarazzato dalla mia situazione, non riuscivo a parlarne con nessuno. Ero solo un ragazzo tranquillo e silenzioso, non parlavo molto. Andavo all'allenamento, tornavo a casa e mi chiudevo nel mio appartamento. Con gli anni ho imparato ad affrontare la cosa e a rispondere, ma all'epoca ero solamente silenzioso e timido".
TERRORE - Il centrocampista ammette comunque che se qualcuno avesse cercato di aiutarlo, forse non si sarebbe aperto lo stesso. "Anche se qualche compagno di squadra avesse tirato fuori l'argomento, non credo che ne avrei parlato. Nella mia famiglia qualcuno ogni tanto ci provava, ma io facevo finta che andasse tutto bene. È complicato spiegare una cosa del genere. Dentro di me stavo malissimo, ma volevo mantenere verso l'esterno l'impressione che fossi forte, che la cosa non mi tangesse". Il momento peggiore? La sera in cui sulla BBC andava in onda They Think It's All Over, un quiz a tema sportivo. "Mi ricordo che il venerdì sera aspettavo con ansia che iniziasse il programma. Avevo il terrore di guardarlo, pensavo 'vi prego, non dite nient'altro'. Volevo soltanto quello, ma ogni volta che andava in onda sembrava che il mio aspetto fisico dovesse spuntare per forza, in qualche modo. A un occhio esterno poteva sembrare divertente, ma dava l'impressione che chiunque pensasse solo a quello. In campo mi hanno trattato male, ma lo accetto, perchè succede a tutti. Quello che mi ha creato più problemi è quello che è successo fuori". Considerando che la sua carriera dopo l'addio allo United nel 2003 è stata tutto fuorchè memorabile, innegabile che anche in campo la questione abbia avuto un certo impatto...
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