di Franco Ordine
Ho scovato, nel mio ricco album dei ricordi, una foto datata giugno 1970: mi ritrai dietro l’elegantissimo Giorgio Maioli mentre entriamo a palazzo Dogana, a Foggia, per la cerimonia di premiazione della promozione in serie A del Foggia di Tommaso Maestrelli. Recuperandola mi sono venuti a galla tantissimi episodi che mi legano alla figura calcistica e umana di Giorgio Maioli. È stato il “nostro” Mariolino Corso, veronese come l’interista, mancino come lui e specializzato nel calciare a foglia morta le punizioni. A Foggia è arrivato- come mi confessò personalmente- in una calda giornata del 1964 per far parte di quel Foggia promosso in serie A per la prima volta con Oronzo Pugliese. Lui firmò il gol con cui piegò la Juve, lui indirizzò la punizione, respinta dalla traversa e ribattuta in rete da Lazzotti con cui cominciò il pomeriggio storico del 3 a 2 sull’Inter di HH, lui divenne l’ispiratore della promozione in A con Maestrelli e Bigon, Re Cecconi e Pirazzini. Durante gli allenamenti a cui assistevo da giovanissimo cronista allo Zaccheria sentivo spesso Maestrelli rivolgere il seguente suggerimento ai suoi: “Mettete la palla in banca!”. Sapete cosa intendeva? Date la palla a Maioli, la custodisce lui. Dopo 7 anni di Foggia si congedò anche in quella occasione con eleganza, senza mai dimenticare il legame affettuoso con la città e con i suoi tifosi. Ricordarlo oggi non è un dovere ma un bisogno a cui assolvo con grande commozione. Che la terra ti sia lieve Giorgio.