L’ex arbitro Edgardo Codesal, che ha fischiato il rigore a favore della Germania contro l’Argentina nella finale dei Mondiali del 1990 in Italia, decisivo per la vittoria tedesca, ha assicurato ai colleghi dell’agenzia EFE di non essersi fatto condizionare in quella partita da Diego Armando Maradona. “Non mi sono fatto impressionare dal nome anche se ha cercato di influenzare le mie emozioni. Il difensore non ha mai toccato palla, ma l’uomo sì. Era un rigore qui e sulla luna, forse per questo Diego dice che sono suo nemico”, le parole del fischietto in occasione dei sessant’anni del Pibe de Oro.
Il penalty, concesso a cinque minuti dal novantesimo e realizzato da Andreas Brehme, regalò il titolo ai tedeschi e fece arrabbiare gli argentini. Soprattutto Maradona, il quale dopo dichiarò come il direttore di gara e l’ex calciatore spagnolo dell’Athletic Bilbao Andoni Goicoechea, che lo ferì gravemente quando giocò con il Barcellona nel 1983, siano suoi due nemici. Codesal, uruguaiano di nascita e cittadino messicano, ha riconosciuto di aver recentemente appreso del pensiero di Diego e che il passare del tempo non ha diminuito la rabbia del Diez. “Se la pensa così, è un problema suo. Maradona è stato un giocatore straordinario che ha trasmesso la leadership ai suoi compagni in campo. Sarà sempre rispettato come atleta. Come persona, per me non conta”, ha tuonato.
L’arbitro in pensione ha ricordato, inoltre, alcuni momenti della finale con Maradona: “Prima del sorteggio con la monetina e dell’arrivo di Lottar Matthaüs al centro del campo gli ho detto: ‘Ehi Diego, calmati, si vince a sangue freddo’, ma non era in forma, aggressivo, stressato, e ho finito per dirgli che non era un mio problema se non si calmava”. Poi Codesal ha concluso: “Mi ha detto che si trattava di una rapina, che la FIFA mi aveva ordinato di non farli vincere, gli ho risposto che avrebbero avuto il tempo di lasciare il campo se lo avessero creduto. Non accetteranno mai la mia decisione, ma quel risultato non la cambierà”.