Da miglior terzino del mondo a quasi indesiderato il passo è stato assai breve. Marcelo è stato a lungo considerato il miglior esterno difensivo mancino del pianeta, una valutazione confermata dalle prestazioni stratosferiche con la maglia del Real Madrid. Nelle quattro Champions League vinte dai Blancos negli ultimi anni, la firma del brasiliano è sempre stata evidente e fondamentale. Ma a poco più di due anni dal trionfo di Kiev, il terzo consecutivo con Zidane in panchina, è cambiato tutto. L’addio di Zizou e i momenti complicati con Lopetegui e Solari hanno restituito al francese, una volta che è tornato al Bernabeu, un calciatore completamente diverso. Al punto che per lui ormai si è tornati ai tempi…di Fabio Capello.
CAPELLO – Il tecnico italiano, infatti, era sulla panchina dei Blancos quando il brasiliano è arrivato a Madrid e ha regalato a Marcelo un periodo di apprendistato abbastanza complicato, preferendogli spesso l’olandese Drenthe. Ecco perchè ora Marca parla di…”cura Capello” per il terzino, considerando che nelle ultime sei partite Zidane non gli ha concesso neanche un singolo minuto. I numeri parlano chiaro, per Mendy 540 giri di lancette in campo, per il verdeoro zero. E tornano quindi prepotenti le voci di un mesetto fa, che vogliono Marcelo pronto a una rescissione con il club per tentare un’avventura altrove e dimostrare di essere ancora fondamentale.
CONCORRENZA – Al momento lo è, sì, ma per gli avversari. Neanche un mese fa una statistica di MisterChip aveva sottolineato come tutte le sconfitte in Liga della seconda era Zidane fossero arrivate con lui in campo. E in effetti, dopo il match contro l’Alaves di fine novembre, Marcelo è rimasto in panchina per quattro volte in campionato e in tutti i casi non solo il Real non ha perso, ma ha anche portato a casa il bottino pieno. Un momentaccio per l’esterno brasiliano, che pure durante la sua carriera a Madrid ha spesso dovuto combattere la concorrenza, uscendone sempre vincitore. Dopo Drenthe, sono arrivati Coentrao, Arbeloa, Theo Hernandez e Reguilon, ma nessuno è riuscito a togliergli il posto. Ora però, il tempo sembra essere riuscito in quello che tanti avversari e compagni non hanno saputo fare: fermare le sue sgroppate sulla fascia…