Derby di Puglia: il ritorno di una vecchia conoscenza, il Brindisi
Anzi, vecchissima, perché questa disfida regionale tra capoluoghi di provincia ha un’antica tradizione. La prima volta si colloca infatti nella stagione 1930-31, prima di ritorno del Campionato di Prima Divisione (equivalente proprio all’attuale Serie C). Il 4 gennaio 1931 i rossoneri battono nettamente il Brindisi per 3 a 1. Ecco la cronaca de ‘Il Littoriale’:
Vivissima era l’attesa nella nostra città per l’inizio del girone di ritorno del Campionato di I Divisione. Infatti, dopo il girone di andata, la squadra profittando del forzato riposo, ha subìto qualche lieve ritocco, e dopo una serie di partite amichevoli con squadre estere e e nazionali, doveva ricevere oggi il primo vero collaudo contro la rinnovata squadra del Brindisi. La partita ha avuto inizio alle 14,30 precise. Fino dai primi minuti è possibile notare la resistenza opposta dai brindisini, che si portano anche sotto la porta di Baldi per tentare la via del goal. Ma la difesa rosso-nera libera con sicurezza e rinvia agli avanti, i quali dopo un fitto ricamo di passaggi sciupano inspiegabilmente dei preziosi palloni mandandoli fuori. E così durante tutto il primo tempo fra la viva delusione del nostro pubblico che oggi sperava in una strepitosa vittoria dei suoi beniamini, il primo tempo finisce con un nulla di fatto da parte di ambedue le squadre.
Durante l’intervallo i commenti del pubblico sono disparati. Chi spera infatti in una brillante ripresa dei rosso-neri e chi con un po’ di pessimismo prevede una sconfitta dei foggiani. Finalmente alle 15,30, si inizia la ripresa. I brindisini incoraggiati dal risultato del primo tempo, continuano a giocare con impegno e dopo vari tentativi riescono al 19’ a violare la rete di Baldi. Il successo degli azzurri mette però le ali ai piedi ai nostri giocatori che per oltre 20 minuti si insediano nell’area brindisina. Lo spostamento di Arnoldi a centromediano dà un po’ più di lavoro agli attaccanti; ma debbono passare ancora dieci minuti prima che Sereno, profittando di una melèe, segni il primo punto per i rosso-neri, fra il delirio del pubblico. Non passano che pochi minuti e già il Foggia è in vantaggio per un goal di Marchionneschi. Ormai la partita è decisa. I brindisini cercano ancora di conquistare il pareggio e si lanciano all’offensiva, ma invano; perché Di Luzio e Boni liberano e passano il pallone al quintetto di punta, che con un’azione veloce di Pavanello s’incarica di segnare il terzo e ultimo punto in favore dei concittadini con Vecchi. Ancora pochi minuti e poi l’arbitro fischia la fine dell’animata contesa che ha visto ancora una volta la squadra foggiana priva di quel fiato che le è molto necessario per le future battaglie.
Foggia: Baldi; Arnoldi, Di Luzio; Malice, Boni, Mussi; Labate, Sereno, Marchionneschi, Vecchi, Pavanello.
Brindisi: Giampietro; Borgato, Tibaldi; Martiradonna, Vescina, Gigliesi; Abate, Quartulli, Maestro, Biasotti, Borsetti.
Arbitro: Carletti di Ancona.
Reti: nel s.t. al 19’ Maestro, al 29’ Sereno, al 30’ Marchionneschi, al 39’ Vecchi.
Come accennato nella cronaca, nel Foggia fa il suo esordio il portiere Giuseppe Baldi, proveniente dalla Reggiana alla riapertura delle liste. Era stato messo in prova per sostituire il mitico Sarti III, ritiratosi dall’attività agonistica circa due mesi prima, ed aveva fatto la sua prima apparizione sul proscenio del campo di Via Ascoli il 26 dicembre 1930 contro il Bohn Sport Club di Budapest (l’amichevole internazionale di cui parla l’articolo de ‘Il Littoriale’). Nato a Zurigo nel 1905, la sua famiglia aveva fatto ritorno nella città d’origine, Reggio Emilia, dove Giuseppe intraprese la carriera calcistica assieme ai due fratelli minori, Adelmo e Fioravante, che lo raggiungeranno l’anno dopo a Foggia, e così formeranno un trio di fratelli che in alcune occasioni (nelle stagioni 1931-32 e 1933-34) furono schierati contemporaneamente. Il più giovane dei tre, Fioravante, spiccò da Foggia il volo per una carriera brillantissima, che lo vide protagonista del primo scudetto (1942-43) dell’epopea del Grande Torino. Giuseppe difese la porta del Foggia per cinque stagioni (dunque anche in Serie B, se pure da riserva) prima di fare ritorno, anche calcisticamente, nella sua Reggio Emilia. Qui perse giovanissimo la vita in circostanze drammatiche: accusato, durante la guerra che infuriava sulla linea gotica, di essersi indebitamente appropriato di denaro di una brigata partigiana della quale faceva parte, fu sommariamente processato e fucilato, il 29 gennaio del 1945, per una macabra ironia della sorte, proprio sul piazzale antistante lo stadio Mirabello che ne aveva visto le gesta di calciatore.
Walter Guarini
La foto di Giuseppe Baldi è tratta dall’opera di Pino Autunno ‘Foggia una squadra una città’.
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