Samir Nasri, gran talento, ma testa calda. Con qualcuno però il francese ha avuto un rapporto vero, sincero, di amicizia più che di collaborazione professionale. E il grande amico di Nasri è decisamente quello che non ti aspetti: Jorge Sampaoli!

Gran talento, ma testa calda. Decisamente il modo migliore per definire Samir Nasri. Il francese aveva tutto per essere un crack del calcio mondiale, ma alla fine si è perso tra comportamenti sopra le righe e una certa tendenza a litigare con compagni e allenatori. Con qualcuno però ha avuto un rapporto vero, sincero, di amicizia più che di collaborazione professionale. E il grande amico di Nasri è decisamente quello che non ti aspetti: Jorge Sampaoli. Il transalpino l'ha rivelato durante un'intervista riportata da AS, spiegando che nella stagione 2016/17, quella del prestito al Siviglia, i due andavano d'amore e d'accordo.

AMICO - A portare Nasri al Sanchez Pizjuan è proprio il tecnico argentino, che fa al francese un'offerta di quelle...che non si possono rifiutare. "Con Sampaoli avevo un ottimo rapporto, era più un amico che un allenatore. Gli piacevo così tanto che mi ha detto: 'Vieni a giocare da noi, puoi bere, andare in discoteca e fare quello che vuoi, ti copro io. Tutto quello che ti chiedo è di giocare bene in campo nel weekend'". Non esattamente il rapporto che ci si aspetta tra un allenatore e un calciatore... Anche perchè, come ha spiegato in passato lo stesso francese, Sampaoli ha fatto anche di più: una volta che non poteva giocare e doveva tornare dalla sua famiglia, si è offerto di andare a controllare casa di Nasri e di tenergli il cane.

DOPING - Nel dicembre 2016, però, arriva l'errore: un trattamento negli Stati Uniti mette sotto accusa il calciatore per doping. "Quello che è successo a Los Angeles mi ha rovinato la stagione. Era un'iniezione di vitamine, che è legale e per la quale avevo anche la prescrizione. Ma la clinica me ne ha fatte di più di quanto io mi aspettassi. Ero distrutto, perchè pensavo che mi avrebbero squalificato per due anni. Non volevo più giocare dopo quella storia, ho anche detto a Sampaoli di lasciarmi fuori dalla squadra, ma lui voleva sempre che giocassi. Mi sentivo perduto, ero ansioso e arrabbiato col mondo. Forse sul campo non lo dimostravo, ma sentivo che la mia carriera era finita". La squalifica arriverà oltre un anno dopo. E peccato che accanto a lui in quel periodo Nasri non abbia avuto...il suo amico Sampaoli.

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