"Siamo grati al governo australiano per aver evacuato un gran numero di calciatrici e atlete dall'Afghanistan" - si legge nella nota della Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori

Erano in pericolo e per loro era scattata una sorta di gara di solidarietà. Il Palermo calcio, il sindaco di Firenze Nardella e anche la Figc si erano detti tutti disponibili ad accoglierle e a dar loro rifugio. Ma alla fine le calciatrici della nazionale afghana (assieme a un nutrito gruppo di atleti) sono riuscite a fuggire da Kabul a bordo di un aereo militare australiano con visti umanitari del governo di Canberra. Lo ha annunciato la Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, che nei giorni scorsi aveva lanciato una campagna per salvare le calciatrici. "Siamo grati al governo australiano per aver evacuato un gran numero di calciatrici e atlete dall'Afghanistan - si legge in una nota della Fifpro -. Queste giovani donne, sia come atlete sia come attiviste, sono state in una posizione di pericolo e a nome dei loro coetanei in tutto il mondo ringraziamo la comunità internazionale per essere venuta in loro aiuto".

tanto da fare

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"Resta molto lavoro da fare per sostenere queste giovani donne e invitiamo la comunità internazionale ad assicurarsi che ricevano tutto l'aiuto di cui hanno bisogno - prosegue Fifpro - Ci sono molti atleti ancora a rischio in Afghanistan e bisognerebbe fare ogni sforzo per offrire loro supporto". L'evacuazione delle atlete era già emersa ieri dai media australiani, che in particolare avevano raccontato la storia di Zakia Khudadadi, la taekwondoka paralimpica afghana. Ora emergono anche l'identità del resto del gruppo e i dettagli dell'operazione.

77 persone

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Il volo australiano, scrive il Guardian, trasportava tra gli altri profughi un gruppo di 77 persone tra atleti e loro familiari, compresi membri della nazionale di calcio femminile dell'Afghanistan. Nel giro di 10 concitati giorni il sindacato dei giocatori professionisti Fifpro, un team di avvocati per i diritti umani e varie Ong hanno lavorato 24 ore su 24 con gli ex allenatori Kelly Lindsey e Haley Carter e il fondatore della squadra ed ex capitano Khalida Popal, per riuscire ad inserire le calciatrici nella lista delle persone da evacuare, assicurargli i visti e farli entrare nel perimetro dell'aeroporto di Kabul. Atleti e giocatrici sono stati costretti a rischiare correndo oltre i checkpoint talebani, alcuni hanno subito percosse e hanno dovuto evitare gli spari per raggiungere la relativa sicurezza dell'aeroporto, racconta il giornale britannico.

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