Era arrivato a Novara negli ultimi giorni d’Agosto per contribuire come Direttore Sportivo alla rifondazione del club piemontese, ripartito dalla serie D dopo la mancata iscrizione di luglio. L’obiettivo? “Vincere! ho voglia di rivalsa come la città, darò tutto me stesso in questa esperienza”. Eppure le premesse non erano semplici, per un club (ri)nato da poche settimane. Squadra costruita in fretta, attingendo anche dal copioso serbatoio degli ex rossoneri: su tutti, Pino Agostinone, ma anche Manlio Di Masi e il centrale Domenico Strumbo (fugacissimo ex – pochi mesi – nella stagione in D con Corda). In fretta ma bene: oltre agli ex rossoneri, ecco la “spina dorsale” composta da un centralone di difesa (direttamente dalla serie B) come Dario Bergamelli, dalla coppia di mediani ex serie C Capano e Tentoni, e dal centravanti come al solito azzeccato (e questa è da sempre una sua prerogativa, dopo i vari Giglio, Iemmello e Mazzeo…), quel Dardan Vuthaj che oggi è già capocannoniere dell’intera serie D grazie a ben 15 gol in 12 partite, in coppia con lo storico capitano Pablo Gonzalez tornato all’ombra della cupola antonelliana. L’allenatore da (ri)lanciare, dopo Padalino, De Zerbi e Stroppa? Ma ovviamente un altro ex rossonero, quel Marco Marchionni già apprezzato alla guida di un Foggia tutto da decifrare come quello dello scorso anno e zeppo di incognite, eppure portato al secondo turno dei playoff, piuttosto oltre le aspettative. I risultati? Arrivano subito. Dopo il rodaggio dei due pareggi iniziali, ecco le 7 vittorie (più altri 2 pari e una sola sconfitta a Sanremo) che proiettano gli azzurri di Marchionni al primo posto del girone A.
Eppure, tutto ciò non basta: si è diffusa ieri sera la notizia delle dimissioni di Peppe Di Bari dal ruolo di DS del Novara FC. Una notizia inaspettata, che lascia interdetta la platea dei tifosi degli azzurri. Ed è così che la definiscono (“fulmine a ciel sereno”) le principali testate locali. Così scrive, ad esempio, “La Voce di Novara”:
Un fulmine a ciel sereno, le cui conseguenze potrebbero rivelarsi più gravi del previsto, quello che si è abbattuto sul Novara. Le clamorose dimissioni del ds Giuseppe Di Bari, che lascia per divergenze col presidente Massimo Ferranti. Una scelta, quella del manager pugliese, che ha sorpreso tutti. I motivi della decisione, emergeranno solo nei prossimi giorni, anche se da qualche giorni, spifferi, sussurri e grida, farebbero presagire che alla base di un rapporto non più solidissimo nei recenti periodi, ci siano operazioni di mercato da perfezionare, ultima di queste l’arrivo del centrocampista Alessandro Di Munno dal Lecco. Di certo questa situazion, rischia di compromettere la serenità di un club, il Novara FC, che ha pochi mesi di vita, ma che, nel cuore della tifoseria, ha preso il posto, del glorioso Novara che vantava 113 anni di storia. Novara che il direttore sportivo Giuseppe Di Bari ha edificato a tempo di record, con giocatori di grande spessore per la serie D. Toccherà quindi a chi prenderà il posto di Di Bari, trovare la sintonia e il feeling col presidente Ferranti e il tecnico Marco Marchionni, per riportare il Novara nel calcio professionistico.
Stringato il comunicato ufficiale, apparso stamani sul sito del club:
Novara Football Club comunica che Giuseppe Di Bari, di comune accordo, non ricopre più il ruolo di direttore sportivo. Il Club azzurro ringrazia il Sig. Di Bari per l’ottimo lavoro svolto e per aver contribuito alla nascita della Società, augurandogli i migliori successi professionali per il prosieguo della carriera.
Ma la piazza è ora sgomenta. I tifosi azzurri stavano infatti apprezzando molto il lavoro compiuto da Di Bari in pochi mesi e già corroborato dai risultati; e così sui social impazzano i commenti allibiti su quanto avvenuto e che mal celano forti dubbi sull’operato del discusso patròn Ferranti. Secondo i rumors, arriverà presto anche il nome del successore. Che potrebbe essere un consulente con un’ottima base riguardo lo scouting. E forse, da questo nominativo, sarà possibile comprendere meglio i motivi alla base di questa scelta sorprendente.
Giancarlo Pugliese
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